12 Febbraio 2020

Cinque tredicenni autori di scritte neonaziste

Fonte:

La Repubblica

Autore:

Valerio Varesi

Forlì, i bravi ragazzi della svastica contagiati dall’odio

Sulle tracce dei cinque tredicenni autori di scritte naziste

Il provveditore: “Troppi cattivi maestri”. Il sindaco: “Ora puliscano”

Forlì. Nessuno nel quartiere di San Martino in Strada, estrema propaggine della città sullo stradone che porta a Predappio, crede che i cinque tredicenni che sabato sera hanno imbrattato il muro del cinema “Saffi” con un delirante miscuglio di svastiche, oscenità, bestemmie, la A simbolo anarchico e la parola “ebrei”, avessero consapevolezza dell’azione che stavano per compiere. Semmai, più del gesto in sé, preoccupa che tutto ciò sia il segnale di un clima inconsapevolmente replicato da una ragazzata, come se i cinque minorenni fossero la cartina al tornasole di sentimenti non più censurati. ‘rutto accade nella quotidianità più normale, quasi banale, di uno dei tanti compleanni di classe che si celebrano ogni fine settimana. I protagonisti sono compagni di giochi non più bambini ma non ancora ragazzi. Sguardo vispo, grande intraprendenza e l’aggressività dei primi turbamenti ormonali. Un vissuto come tanti: scuola, videogiochi, gli occhi molto spesso fissi sul telefonino da cui assorbono gran parte delle loro informazioni sul mondo. «Ragazzi normali» li definisce uno dei genitori presenti che non vuole rivelare il nome per non renderli identificabili tanto che intorno a loro è stata eretta una impenetrabile cortina di protezione. Nemmeno il quartiere presenta criticità. C’è una discreta presenza di stranieri, pero quasi del tutto integrati. Ma è proprio da questa normalità che scaturisce il gesto che non ti aspetti. «La scuola e le famiglie fanno di tutto per educare e informare, tuttavia il mondo è pieno di cattivi maestri e questi ragazzi riproducono il clima di fuori. Purtroppo un rapper che dice bestialità è più accattivante di un docente», spiega il dirigente dell’Ufficio scolastico di Forlì e Rimini Mario Maria Nanni. «Non mi preoccupa tanto l’azione di questi studenti, quando il rigurgito nazifascista che viviamo», aggiunge. Tutto accade sabato sera durante un compleanno in pizzeria poco lontano dal cinema d’essai dove è in programma una retrospettiva di Fellini. La sala è affollata, gli invitati decine. C’è un gran baccano e siccome gli ospiti sono ragazzini delle scuole medie, c’è anche qualche genitore a controllare che tutto fili liscio. ‘l’ra una portata e l’altra, un’aranciata e un chinotto, cinque della tavolata escono. Sono un gruppo unito, ragazzi vispi con l’ingenua irriverenza che contraddistingue l’età. «Pensavo fossero andati a prendere un po’ d’aria o a farsi un giro», mormora una mamma che non vuole rivelare il nome. Invece il quintetto ha una bomboletta di vernice nera, costeggia la strada per una ventina di metri, poi scantona nel retro del cinema dov’è il parcheggio. Nella loro ingenuità forse pensano di non essere visti. D’altro canto non sono nemmeno le 20 e le proiezioni devono ancora iniziare. Uno di loro comincia a tracciare maldestramente il miscuglio incongruente di simboli e traccia la parola “ebrei”. Forse dalla casa di fronte o forse uno dei passanti vede i ragazzini imbrattare i muri e si arrabbia. A Forlì il sindaco di centro destra Gian Luca Zattini ha appena lanciato una campagna contro gli imbrattatori («un’offesa alla città») dunque parte la chiamata alla polizia, già allertata sull’argomento. La pattuglia arriva in pochissimo tempo, i cinque scappano e si rifugiano di nuovo in pizzeria. Troppo tardi, gli agenti li hanno visti. Una volta nel locale al capopattuglia basta chiedere: «Chi ha scritto sul muro?» Da uno dei tavoli si alza una mano timorosa, come in un’interrogazione a scuola. In sequenza altri quattro fanno lo stesso tra lo stupore dei genitori presenti. «Li aspetto armati di pennello e buona volontà per rimediare all’errore e meditare sul valore delle parole e dei simboli», si arrabbia il sindaco Zattini, eletto lo scorso giugno espugnando un feudo della sinistra. «Ragazzate senza scopo ideologico, ma è giusto rimarcare che queste scritte sono inaccettabili per di più quando veicolano cose negative». Il fatto è stato segnalato alla Procura dei minori di Bologna e comporta l’apertura di un fascicolo per il reato di imbrattamento con l’aggravante della discriminazione e dell’odio razziale. Il tutto verrà archiviato vista l’età dei ragazzi. Il sindaco ribadisce che i tredicenni provengono «da famiglie normali» e da un quartiere che, pur periferico, non presenta problemi sociali rilevanti. «È evidente che c’è un problema culturale – spiega il presidente dell’Anpi forlivese Ludovico Zanetti – I ragazzi riproducono quello che vedono». Ma l’ex sindaco Pd Roberto Balzani, docente di Storia all’università di Bologna, denuncia proprio quel clima testimoniato dal gesto dei tredicenni: «Non è un mistero che in giunta e nel nuovo Consiglio comunale siano presenti personaggi della destra che hanno sdoganato parole e atteggiamenti finora censurati».

Photo Credits: La Repubblica