23 Gennaio 2024

Bruxelles, prima giornata del Gruppo di lavoro della Commissione Ue sulla strategia europea per combattere l’antisemitismo e sostenere la vita ebraica.

ANTISEMITISMO – L’Ucei a Bruxelles illustra le criticità italiane

Un minuto di silenzio per le vittime dell’attacco di Hamas del 7 ottobre. Così si è aperta ieri la prima giornata del Gruppo di lavoro della Commissione Ue sulla strategia europea per combattere l’antisemitismo e sostenere la vita ebraica. Una conferenza – la quinta – a cui sono stati invitati i delegati delle Comunità ebraiche dei paesi membri e i coordinatori nazionali per la lotta all’antisemitismo.
Per l’Italia era presente il segretario generale dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Uriel Perugia. Parlando al gruppo di lavoro, Perugia ha evidenziato come sia necessario “fare i conti con i segmenti delle nostre società, i nostri concittadini, che hanno celebrato il pogrom del 7 ottobre”. Per questo ha aggiunto è necessario prendere “azioni immediate e significative”. Quali misure sono state adottate dai singoli paesi è il tema della seconda giornata di lavori della conferenza. Tra quelle suggerite dal segretario Ucei, la necessità di contrastare “l’uso improprio di parole come genocidio, apartheid, colonialismo. Non si tratta solo di non usarle al di fuori del contesto, ma di farsi sentire quando altri le usano impropriamente”. All’uso corretto di questi termini l’Ucei ha dedicato un progetto per le scuole intitolato “Il significato delle parole”.
L’accusa di genocidio applicata a Israele, ad esempio, non può essere tollerata. “Quel che accade è una tragedia, ma non si può parlare di genocidio”, ha sottolineato Perugia. “Non sono parole innocenti e non possiamo lasciarle passare. Sappiamo dove può portare questo cortocircuito: gli ebrei sono i nuovi nazisti. E, in quanto tali, possono essere uccisi e violentati. Se gli ebrei sono nazisti, possiamo facilmente superare la Shoah e le nostre responsabilità, senza elaborarle”. Anche la narrazione che identifica “Gesù come un palestinese” rappresenta un pericolo. Si nega “che Gesù era effettivamente ebreo” per cancellare “il legame tra gli ebrei e la terra d’Israele”. E il passaggio successivo, ha spiegato il segretario Ucei, è attualizzare l’accusa di deicidio: “gli ebrei hanno ucciso Gesù e continuano a ucciderlo oggi”.
Queste distorsioni vanno fermate. “Noi siamo le parole che usiamo”. Per questo, l’appello del delegato italiano, serve “una dichiarazione ufficiale del gruppo di lavoro sull’antisemitismo” sulla necessità di usare correttamente le parole.