7 Luglio 2025

Australia, ondata di attacchi antisemiti

Incendio doloso in una sinagoga di Melbourne: arrestato un uomo, allarme per l’antisemitismo in Australia

Le autorità australiane hanno arrestato un uomo sospettato di aver appiccato un incendio alla sinagoga East Melbourne Hebrew Congregation, mentre al suo interno si svolgeva la celebrazione dello Shabbat con circa venti presenti. L’episodio, avvenuto venerdì sera, ha sollevato forti preoccupazioni sulla sicurezza della comunità ebraica nel Paese.

L’arresto e le accuse

Il sospettato, Angelo Loras, 34 anni, proveniente da Toongabbie (sobborgo di Sydney), è stato fermato sabato sera nel centro di Melbourne da agenti della squadra antiterrorismo. Secondo quanto riportato dalla polizia, l’uomo avrebbe versato un liquido infiammabile sulla porta d’ingresso della sinagoga di Albert Street e appiccato il fuoco. L’incendio è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza dell’edificio.

Le persone presenti sono riuscite a fuggire attraverso un’uscita secondaria e nessuno è rimasto ferito. Loras è stato accusato di condotta pericolosa con rischio per la vita e l’incolumità, danneggiamento aggravato mediante incendio e possesso di arma vietata. Attualmente si trova in custodia cautelare in attesa della prossima udienza.

Ipotesi di movente ideologico e reazioni ufficiali

Le autorità stanno valutando se il gesto sia riconducibile a un movente ideologico o terroristico. Nella stessa notte, altri episodi inquietanti si sono verificati a Melbourne: una ventina di manifestanti ha fatto irruzione in un ristorante israeliano del centro gridando slogan ostili, mentre tre auto sono state incendiate nella zona nord-est della città.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha condannato con fermezza gli episodi, definendoli “intollerabili” e ha esortato il governo australiano ad agire con decisione. Anche il presidente israeliano Isaac Herzog ha chiesto che le autorità locali garantiscano la sicurezza dei cittadini ebrei. Il ministro australiano degli Affari Interni, Tony Burke, ha riferito di aver discusso la situazione con l’ambasciatore israeliano, sottolineando l’impegno del governo nel contrastare l’odio antisemita.

Preoccupazione e stanchezza nella comunità ebraica

Naomi Levin, direttrice del Consiglio della Comunità Ebraica del Victoria, ha espresso frustrazione e sconforto: “Siamo stanchi e arrabbiati. È il secondo incendio in una sinagoga in pochi mesi. Vogliamo solo vivere la nostra fede in pace.” A dicembre, un altro luogo di culto ebraico, l’Adass Israel Synagogue a Ripponlea, era stato gravemente danneggiato da un altro incendio doloso.

Il rabbino Dovid Gutnick, intervenuto all’incontro con i rappresentanti del governo federale, ha accolto con favore l’attenzione politica ma ha dichiarato che si aspetta azioni concrete per migliorare la sicurezza.

L’Australia è da molti mesi segnata da sempre più frequenti e virulenti episodi di antisemitismo (un aumento dell’11% dal 2021 al 2023 secondo il primo Rapporto annuale J7 sull’antisemitismo). Dalle minacce di morte ad israeliani ad opera di operatori del servizio sanitario nazionale, agli incendi ai luoghi di culto, al feroce attacco di Sydney del quale si sono voluti incolpare, in una perversa dinamica da complotto, gli stessi ebrei.

Appelli all’intervento del governo e nuove misure in arrivo

Il governo federale ha ribadito la sua condanna di ogni forma di antisemitismo. L’ex procuratore generale Mark Dreyfus ha sottolineato che l’attacco a un luogo di culto è un attacco all’intera società australiana. Anche il primo ministro Anthony Albanese ha dichiarato che simili episodi di odio e violenza non trovano spazio in Australia.

Nel frattempo, si alzano richieste per una riunione urgente del gabinetto nazionale per discutere misure coordinate a tutela delle comunità ebraiche. L’opposizione, per voce di Melissa McIntosh, ha accusato il governo di aver ignorato una lettera inviata settimane fa che chiedeva interventi urgenti.

Il governo del Victoria ha promesso nuove leggi per contrastare i raduni violenti e l’uso di simboli di odio: tra le misure previste, il divieto di indossare maschere durante le proteste e restrizioni alle manifestazioni nei pressi di luoghi di culto. Tuttavia, la loro approvazione è attesa per i prossimi mesi e alcuni esponenti dell’opposizione chiedono di accelerare l’iter parlamentare.

Un appello all’unità nazionale contro l’odio

Daniel Aghion, presidente dell’Executive Council of Australian Jewry, ha ricordato che episodi simili non colpiscono altri gruppi etnici o religiosi legati a conflitti internazionali: “Non vediamo ristoranti russi o sudanesi attaccati. Solo quelli israeliani, gestiti da cittadini australiani”.

Ha infine invitato tutta la popolazione a riconoscere la gravità del fenomeno antisemita e a unirsi nel contrastarlo con fermezza, a tutela dei valori democratici e del vivere civile.