26 Gennaio 2015

Analisi sull’antisemitismo nel mondo

Fonte:

Corriere della Sera

Autore:

Paolo Conti

Rapporto choc di Israele sulla Francia «Nel 2014 mille episodi di antisemitismo»

Il sondaggio in Italia sulla Giornata della Memoria: «Rischia di diventare un rito vuoto»

ROMA L’analisi che appare nel prossimo numero di Pagine ebraiche, il periodico dell’ebraismo italiano, parla chiaro. L’attenzione è inevitabilmente rivolta al peso della Giornata della Memoria del 27 gennaio nella coscienza collettiva italiana: «Abbassare la guardia e considerarla un dato acquisito potrebbe costituire un grave pericolo. Resta necessario al contrario intensificare il lavoro di informazione e cultura, gli investimenti sull’educazione, lo sforzo di sottrarre la Memoria della Shoah al quadro retorico e celebrativo dove vengono spesso relegate le attività istituzionali presenti sul calendario ma poco avvertite nella coscienza della popolazione».

Ma perché il periodico ebraico elabora un’analisi così preoccupata? Perché teme che la ritualità possa prendere il posto di una reale comprensione della tragedia della Shoah? La redazione ha collaborato con l’Istituto di ricerche SWG Lab per realizzare i primissimi dati 2015 sulla percezione della Memoria tra gli italiani con il rapporto «Scenari di un’Italia che cambia. Speciale per il giorno della Memoria». Ed eccoci ai dati. Secondo l’anticipazione del rapporto pubblicata su Pagine ebraiche, la percezione del coinvolgimento nella Giornata della Memoria sta calando rispetto al 2014. L’anno scorso alla domanda «Secondo lei gli italiani si sentono molto-abbastanza-poco-per niente coinvolti verso la celebrazione del Giorno della Memoria», l’accoppiata molto-abbastanza totalizzava il 42%. Quest’anno scende al 39%. Secondo Pagine ebraiche la variazione, pur non essendo enorme in termini percentuali, appare «comunque significativa, e soprattutto allarmante se letta in una prospettiva temporale di una Memoria sempre più sbiadita». Ovvero: iI tempo che passa (quest’anno siamo al 70° anniversario della liberazione di Auschwitz) e la progressiva, inevitabile scomparsa dei testimoni diretti può appannare la Memoria e consegnarla, appunto, al pericolo della ritualità adombrato dall’analisi di Pagine ebraiche.

Parallelamente, nel sondaggio raddoppia la quota di chi risponde «non serve più a nulla» alla domanda legata al senso della celebrazione del 27 gennaio. Cresce anche il numero di chi giudica «retorico» o «inutile» l’appuntamento annuale. Secondo l’analisi del periodico «dietro l’insofferenza rischiano di celarsi sentimenti oscuri e preoccupanti, rischia di mettere radici la tentazione dell’intolleranza, della negazione della Storia».

Resta solida, al contrario, la convinzione che esista ancora, in Italia, un sentimento antisemita: lo pensa il 44% degli intervistati, ma anche qui si registra una differenza degna di analisi, perché nel 2014 a pensarlo era il 46%.

Da Gerusalemme arriva intanto il rapporto del ministero della Diaspora israeliano in cui si legge che «la Francia è oggi la nazione più pericolosa per gli ebrei». Secondo lo studio statistico, durante la guerra di Gaza dello scorso luglio-agosto 2014 il numero di atti antisemiti in Francia è aumentato del 400% rispetto allo stesso periodo del 2013. Ancora: nel 2014 in Francia sono stati registrati ben 1.000 episodi legati all’antisemitismo.

Per quanto riguarda invece l’antisemitismo islamico il rapporto segnala che «la maggior parte degli incidenti riportati sono stati commessi da musulmani, di più nelle nazioni dove ci sono larghe comunità musulmane» Inoltre, «l’antisemitismo islamico si sta rivelando, tra le forme di antisemitismo, quello guida nel mondo occidentale».

Il documento ha messo in luce anche la continua emersione di forme di antisemitismo su Internet, inclusa la riocomparsa delle vecchie teorie su un ipotetico complotto ebraico globale per la conquista del mondo, compresi I Protocolli dei Savi di Sion.