15 Marzo 2024

Allarme Comunità ebraiche, antisemitismo inaccettabile

Fonte:

ANSA

Autore:

Giulia Marrazzo

(ANSA) – ROMA, 15 MAR – L’allarme per le comunità ebraiche c’è da tempo. La paura è che isolati episodi di antisemitismo possano tramutarsi in un clima di generalizzata ostilità. Perchè, spiega la presidente delle Comunità italiane Noemi Di Segni, “l’antisemitismo è una sconfitta per tutti”. Perchè la violenza contro il direttore de La Repubblica Maurizio Molinari è avvenuta “solo perchè ebreo”. “È inconcepibile e inaccettabile -dichiarano, in una nota congiunta, la presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, il presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun, e il presidente della Comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi – che l’Università “Federico II” di Napoli sia stata costretta a cancellare una conferenza per le intimidazioni e la violenza di un gruppo di facinorosi contro il relatore, il direttore di “Repubblica” Maurizio Molinari, solo perché ebreo. Solo perché cerca ancora di agire responsabilmente come giornalista”. Ancora più grave, per la Comunità, perchè l’episodio è avvenuto in un ateneo e “gli atenei dovrebbero essere il luogo della tolleranza, dell’inclusione, della libertà di pensiero”. “Questi episodi non fanno che rafforzare il nostro senso di comunità. Se prevale l’antisemitismo, è una sconfitta per tutti”, il chiaro monito. Un odio, quello di cui parla l’Ucei, messo nero su bianco dai dati forniti a gennaio dal capo della Polizia, Vittorio Pisani – convocato dalla Commissione parlamentare per il contrasto all’intolleranza, al razzismo ed all’antisemitismo – che hanno indicato una proliferazione di atti discriminatori in Italia a partire dal 7 ottobre, giorno dell’attacco di Hamas in Israele: fino al 31 dicembre sono arrivate all’Oscad, l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, bene 200 segnalazioni, quando erano state solo 17 nell’analogo periodo del 2022. Gli episodi di intolleranza, sfociati in atti antisemiti, sono tanti: le pietre di inciampo imbrattate in molte città, le svastiche al Ghetto della Capitale, le bandiere di Israele strappate o bruciate ai cortei. Ma anche alcune iniziative viste come provocazioni come il grande corteo per la Palestina fatto a Roma nel giorno della Memoria e rilanciato con delle frasi di Primo Levi. O ancora le polemiche in occasione del 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne, e l’8 marzo, tra la Comunità e Non una di meno per l’assenza nella piattaforma delle transfemministe di riferimenti alle donne stuprate, uccise, sequestrate il 7 ottobre. Ancora e non ultimo, anzi forse tra i più eclatanti, il caso che ha visto come protagonista l’ex diplomatica Elena Basile e il suo video indirizzato a Liliana Segre: “Possibile che sia tormentata solo dal pensiero dei bambini ebrei? I bimbi palestinesi non la toccano?”. Parole per cui è stata querelata. (ANSA).