4 Aprile 2017

Rapporto sull’antisemitismo in Belgio nel 2016

“Antisemitisme en Belgique  Rapport 2016”

Nel 2016 sono stati registrati 64 atti di antisemitismo, rispetto ai 70 del 2015, questi dati confermano la tendenza al decremento dopo il picco (109 episodi) raggiunto nel corso del 2014.

La diminuzione degli episodi antisemiti si spiega anche in seguito ad una serie di misure introdotte a partire dal 2015.

I luoghi comunitari (scuole, sinagoghe, spazi culturali…) sono stati sottoposti ad un maggiore controllo da parte delle forse dell’ordine, e ciò ha svolto una funzione deterrente nei confronti di individui radicalizzati, che si sono quindi trattenuti dal compiere violenze fisiche e verbali o atti di vandalismo.

Gli studenti ebrei hanno gradatamente abbandonato le scuole statali, dove erano vittime di episodi di antisemitismo, per iscriversi presso istituti privati.

Molti ebrei (specie quelli residenti a Bruxelles) hanno deciso di adottare forme di moderno “marranesimo”, hanno pertanto camuffato i loro nomi sui social network, cessato di adottare in pubblico simboli che li rendessero identificabili come ebrei (kippoth, collane con il simbolo del Maghen David, oppure mezuzoth affisse alle porte di casa).

Continua ad essere difficile valutare la diffusione degli atti di antisemitismo nei confronti della comunità ortodossa di Anversa, a causa della reticenza da parte dei sui membri nel denunciarli.

È importante sottolineare il fatto che gli atti di antisemitismo stanno comunque vivendo un trend di crescita a partire dalla Seconda Intifada del 2001, ed i discorsi antisemiti, sempre più diffusi nella società belga, sono ormai scollegati dai conflitti che coinvolgono lo Stato di Israele e confermano in Belgio la presenza di una giudeofobia strutturale ed endogena.