Fonte:
Il Messaggero
Autore:
Franca Giansoldati
L’ultimo episodio di sangue è quello di Manchester dove, davanti a una sinagoga, due persone ebree sono state uccise. A Roma, invece, sulla serranda di un panificio kosher è comparsa una scritta raccapricciante: “Ebrei di m.. bruciate tutti”. Il fenomeno antisemita che sta esplodendo un po’ ovunque in Europa, è stato al centro della preoccupazione di Papa Leone XIV. All’Angelus, stamattina, è tornato a puntare l’indice su questa deriva di sentimenti odiosi che potrebbe sfuggire di mano. A nessuno sfugge, infatti, che dopo il Sette Ottobre, per effetto collaterale del pogrom di Hamas e della conseguente guerra a Gaza, ci sia stata una ondata anomala di antisemitismo trasversale. Persino le relazioni tra Chiesa cattolica ed ebraismo hanno toccato il punto più basso dai tempi del Vaticano II.
Pochi mesi fa nell’ultima Relazione annuale sull’antisemitismo in Italia nel 2024, realizzata dall’Osservatorio antisemitismo della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano rilevava che ottant’anni dopo gli orrori dell’Olocausto, le comunità e gli ebrei in tutta l’Unione europea continuano a sperimentare l’antisemitismo e ad affrontare restrizioni nella loro vita ebraica: “il 96% degli ebrei ha dichiarato di aver affrontato l’antisemitismo nell’ultimo anno e l’80% che la situazione è peggiorata negli ultimi anni. La metà degli ebrei che hanno preso parte al sondaggio affermava di preoccuparsi per la propria sicurezza e per quella della propria famiglia e oltre il 70% di preferire nascondere la propria
identità ebraica».
Le segnalazioni che erano giunte all’Osservatorio sono state 1.384 e gli episodi di antisemitismo selezionati come tali 877. Quasi il doppio dei 455 del 2023. Di questi 877 casi, 600 riguardano l’antisemitismo in rete e 277 atti compiuti materialmente.
Scritte sui muri o sulle porte delle case di famiglie ebree, ma anche insulti urlati per strada se non vere e proprie aggressioni fisiche. C’è chi ormai ha timore a uscire per strada con la kippah in testa.
Gli analisti sono concordi nel ritenere che la guerra a Gaza abbia prodotto un cambio di sguardo che ha portato alla demonizzazione e alla delegittimazione dell’esistenza di Israele, accusata di rispondere in modo asimmetrico all’atroce massacro di civili. Cosa che si è poi diffusa trasversalmente accrescendo l’antisemitismo.
La questione antisemita ha investito in pieno il mondo universitario. Uno studio realizzato in questi mesi in otto paesi europei (Italia inclusa) ha dimostrato che i rettori e gli amministratori univesitari europei dovrebbero fare di più per frenare la mala pianta dell’antisemitismo nei campus, controllare i materiali didattici, formare istrutori e perseguire azioni legali.
“Molte amministrazioni universitarie non sono riuscite ad assumere posizioni forti contro gli incidenti antisemiti, consentendo a un ambiente di intimidazione e ostilità verso gli studenti ebrei di persistere sotto il pretesto dell’attivismo politico”, hanno scritto gli autori del rapporto curato da B’nai B’rith International, l’Unione europea degli studenti ebrei, e democ, un gruppo di accademici e professionisti dei media con sede a Berlino coinvolti nella documentazione e nell’analisi dei movimenti antidemocratici.
foto: Simone Risoluti / Vatican Media
