3 Maggio 2020

Locandina del Comune di Napoli per le celebrazioni del Primo maggio recita “il lavoro rende liberi”

Fonte:

La Repubblica edizione di Napoli

Autore:

Paolo De Luca

“Il lavoro rende liberi” gaffe del Comune, l’ira della Comunità ebraica

«Una semplice distrazione. L’assessore giustifica così quell’orribile manifesto. Non ci sono parole». Il giorno dopo, Lydia Schapirer, è ancora scossa. La gaffe del Comune di Napoli per le celebrazioni della Festa dei Lavoratori ha profondamente scosso la Comunità ebraica (e non solo), che Schapirer presiede. La locandina pubblicata dall’assessorato al Lavoro e alle Politiche sociali sulla propria pagina Facebook recitava infatti “1 maggio virtuale, solo il lavoro rende liberi”. «Uno slogan infelice – sottolinea Schapirer – e tragicamente evocativo dell’orrore dei campi di sterminio nazisti». Quelle parole richiamano gli stermini di Auschwitz, dove all’ingresso c’era la proprio la scritta “Arbeit macht frei” (che dal tedesco in italiano suona come “Il lavoro rende liberi”) che, con macabra ironia, si prendeva gioco della sorte dei suoi internati. Per quanto il depliant sia stato subito corretto con “Solo il lavoro rende la dignità”, la prima versione è circolata in rete, scatenando sdegno e polemiche da parte di numerosi cittadini. «Non è possibile – riprende Schapirer – muoversi con tale leggerezza: prendere una frase del genere e banalizzarla così, su un manifesto. Possibile che non si siano accorti del risvolto storico di quelle parole?». L’assessora comunale Monica Buonanno non si è scusata. Ha definito lo scivolone, come «una distrazione, certo imperdonabile, ma avvenuta nel contesto di un ufficio che in questi giorni sta lavorando incessantemente per fronteggiare le infinite emergenze sociali della nostra città». Ma una «distrazione» non è sufficiente per Schapirer. «È stata una disattenzione enorme, quasi insensibile. Non siamo sdegnati per questo atto, siamo in verità amareggiati e addolorati. Le scuse, a questo punto non andrebbero rivolte solo alla nostra piccola comunità, ma a tutte vittime della Shoah». L’assessore dovrebbe dimettersi? «Nodi certo, non spetta a me dare certi giudizi – specifica la presidente Schapirer – ma certamente è inaccettabile che una tale superficialità sia diffusa in alcune persone che occupano anche importanti ruoli pubblici». Non è un buon periodo per i rapporti tra la Comunità ebraica partenopea e Palazzo San Giacomo. Già negli scorsi mesi c’era stata una forte polemica con l’assessora alla Cultura Eleonora de Majo per le sue “affermazioni contro Israele”. La rottura è stata talmente profonda che la Comunità ebraica per la prima volta non ha partecipato alle celebrazioni ufficiali del Comune per il Giorno della Memoria il 27 gennaio scorso.