Fonte:
Corriere della Sera
Autore:
Paolo Salom
UN MOSTRO PER RAPPRESENTARE ISRAELE
LA SATIRA TEDESCA CHE FERISCE GLI EBREI

Bene, consideriamo naturalmente il diritto di satira, legittimo in ogni Paese democratico. Però, mettendo da una parte per un istante la questione della vendita di anni (tema sempre attuale considerata la situazione del Medio Oriente), possibile che in Germania, proprio in Germania, il vignettista non si sia soffermato sulla «tradizione» antica e moderna della raffigurazione degli ebrei? Possibile che il responsabile della pubblicazione non immaginasse che «vestire» Israele con i panni di un mostro da incubo era un aspetto quotidiano della propaganda nazista? E infatti, Dieter Graumann, capo della locale Comunità ebraica, ha sottolineato, con fastidio, come la vignetta fosse «quasi al livello dello Stürmer, cioè l’infame foglio del partito nazista.
II quotidiano ha respinto le accuse. La caricatura, ha replicato, «non ha nulla a che fare con l’antisemitismo». Ma, dato che il disegno «è stato frainteso, sarebbe stato meglio sceglierne un altro». Ecco il punto: perché mai è stato pubblicato un mostro siffatto per incarnare Israele? Perché non pensarci prima di stampare il giornale? Forse i responsabili di questo infausto (ancor più perché ripetuto) incidente dovrebbero riflettere sui legami tra sensibilità (degli ebrei tedeschi, ma non solo) e storia: della Germania. Infine la questione in sé: Berlino ha ristabilito i legami con Israele — lo Stato ma ancor più il popolo — proprio sull’idea che quanto avvenuto sotto il nazismo non dovesse più verificarsi. Questo comporta anche aiuti militari. Uno scandalo? Ma in che mondo vive la Süddeutsche Zeitung?
