10 Novembre 2017

Ritratto del movimento “Lealtà e Azione”

Fonte:

Avvenire

Autore:

Simone Marcer

Milano, saluto romano e volontariato

La crescita nei quartieri periferici del movimento di “Lealtà e Azione”

MILANO Alle loro manifestazioni non ci sono casini, né con la polizia, né con i residenti. Se hanno l’autorizzazione a tempo, all’ora fissata è sicuro che se ne vanno facendo trovare tutto a posto. Niente “canne” né cocci di bottiglia in giro, tanto meno collassati da raccattare. Non saranno teorici della meccanica quantistica, però sono precisi. Pure con le forze dell’ordine il rapporto è lineare: «Documenti prego», loro li mostrano senza storie. Chi vive nei quartieri difficili della periferia e dell’hinterland di Milano li può anche vedere come emissari dell’ordine nel caos metropolitano e multietnico. Ai più bisognosi, se sono palesemente italiani, i militanti del movimento di estrema destra “Lealtà e Azione” fanno la spesa e la consegnano a casa, e quando ci sono state le alluvioni a Genova, a Modena, o dopo i terremoti nel Centro Italia, i volontari con le teste rasate sono spuntati prima ancora della protezione civile, e i soldi raccolti da loro sono arrivati molto prima di quelli del governo. ‘Tanto per far capire come funziona un’organizzazione che funziona. Non c’è una struttura tradizionale, niente sezioni. Non fanno tesseramenti né campagne o sottoscrizioni: non è così che raccolgono i soldi. Gli altri devono conquistarsi consenso elettorale o pubblicità con iniziative plateali come l’irruzione di CasaPound nel giugno scorso in consiglio comunale a Milano. Loro fanno concerti collegati alla rete degli Hammerskin, in uno solo dei quali può arrivare da tutta Europa il doppio dei militanti attuali di Milano (circa 200, un centinaio lo zoccolo duro degli irriducibili); possiedono un’etichetta discografica, hanno una rete di associazioni collegate (alcune sono onlus e usufruiscono del 5 per mille), fanno la colletta alimentare nei mercati rionali. Così “Lealtà e Azione” si fa conoscere nei quartieri, e raccoglie consensi. Sono 2.0 e allo stesso tempo radicati nel territorio, e a quelli dell’estrema destra tradizionale e movimentista (Forza Nuova e – per alcuni aspetti – persino CasaPound, che non può certo considerarsi un partito tradizionale) lasciano la polvere da mangiare. Con CasaPound il rapporto è di collaborazione, con Forza Nuova è concorrenziale. Il loro ordine gerarchico non è scritto ma è riconosciuto, e non ammette deroghe. Come quello dei lupi. Bran.co,Alpha, “I Lupi danno la zampa”, i “Lupi delle vette”: sono loro a chiamarsi così, nelle diverse articolazioni associazionistiche. II lupo che ulula è il loro simbolo. E allora per capire chi sono bisogna seguire le orme di questo animale dal passo leggero ed elusivo, che negli ultimi anni è tornato a ripopolare il nostro Paese. « Tecnicamente “Lealtà e Azione” è un movimento metapolitico degli Hammersldn, costruito su una matrice ideologica apertamente e orgogliosamente nazifascista la militanza viene organizzata attraverso associazioni tematiche presenti sul territorio», spiega Elia Rosati, studioso di Storia contemporanea dell’Università Statale. Bran.co è una onlus che si occupa di solidarietà sociale e sostegno alle famiglie (ha partecipato a manifestazioni delle Sentinelle in Piedi) e a chi ha perso il lavoro. “I Lupi Danno la Zampa” ad Abbiategrasso sono andati in una ludoteca per insegnare ad approcciarsi correttamente ai cani. A Corsico (centro dell’hinterland a sudovest di Milano) invece a settembre una rappresentazione teatrale per bambini organizzata da Bran.co è saltata per proteste. Sotto l’egida dei “Lupi delle vette” si organizzano escursioni in quota «per fortificare la volontà e completare la nostra spiritualità, “perché andare per montagne selvagge è una via alla liberazione”» (citazione del monaco Milarepa, maestro del buddhismo tibetano). Il capo carismatico e presidente di “Lealtà e Azione” invece è Stefano Del Miglio, è lui il lupo Alfa: 32 anni, condannato nel 2007 in via definitiva per il raid del luglio 2004 davanti al centro sociale Cox18 ai Navigli in cui un trentunenne venne accoltellato in modo grave ed altri 5 feriti. I precedenti per lesioni (come nel caso di Del Miglio) o violenze non sono peraltro rari nello zoccolo duro degli irriducibili. C’è un direttivo, che corrisponde alla prima linea di manifestanti al Campo X del Cimitero Maggiore a Milano durante le celebrazioni per i caduti della Rsi. «La centrale è la Skinhouse di via Alfieri a Bollate, nell’hinterland, storica sede della galassia naziskin milanese. Le naziskinhead band vi fanno concerti di musica alternativa di destra, spesso apologetica di personaggi appartenenti al Terzo Reich, e organizzano convegni o incontri (uno dei quali a settembre tenuto da Vittorio Sgarbi su «La bellezza che salverà il mondo», ndr). Ora ci sono circa 13 grippi nel Paese – dice Rosati -. La novità sono però le manifestazioni, in cui questo movimento compare sempre più spesso: è il normale passaggio di chi sta crescendo». “Lealtà e Azione” vi partecipa con due vesti diverse: nelle celebrazioni nostalgiche col saluto romano, oppure sotto forma di comitati contro lo spaccio o il degrado. Nel primo caso rientrano le presenze al Campo X (uno dei sacrari adottato dall’associazione di ricerca storica “Memento”, che fa sempre capo a “Lealtà e Azione”). Nella seconda categoria c’è invece la manifestazione del 26 ottobre al quartiere Gallaratese di Milano: doveva essere un corteo contro il degrado e l’occupazione abusiva delle case popolari, poi sono spuntati gli adesivi nazionalsocialisti con l’immagine di una SS che tende la mano con il mitra a tracolla… Il percorso associazionistico è parallelo a quello politica A Milano Stefano Pavesi, giovane militante di “Lealtà e Azione”, si è candidato perla Lega Nord al Municipio 8 (la zona che comprende appunto i quartieri Gallaratese-Quarto Oggiaro) ed è stato eletto con 450 preferenze: cifra record per un consigliere di zona a Milano.