8 Marzo 2021

Milano: docente di liceo accusata di omofobia

Fonte:

La Repubblica edizione di Milano

Autore:

Sara Bernacchia

Contestata la prof L’argomento Lgbtq+ finisce in polemica

Al Linguistico Manzoni l’ospite di un confronto sul tema delle famiglie arcobaleno viene attaccato. Accuse di omofobia alla docente

«Riteniamo inaccettabile che un’insegnante che dovrebbe educare noi ragazzi a valori morali quali l’inclusione, la tolleranza e il rispetto, si sia permessa di intervenire su un argomento così delicato senza nessuna propensione al confronto o al dialogo». Così gli studenti del liceo linguistico Manzoni commentano l’episodio avvenuto venerdì durante un corso online organizzato per la cogestione: l’incontro sul tema Famiglie arcobaleno e diritti Lgbtq+ con Carlo Tumino, che con il marito nel blog Papà per scelta racconta la vita con i figli avuti attraverso la fecondazione eterologa. Sotto accusa le parole e l’atteggiamento di Barbara Albertoni, docente di storia e filosofia, mai nominata da Tumino e dagli studenti, che però ha rivelato la propria identità difendendosi sui social dalle accuse di omofobia. L’insegnante, già protagonista di un episodio controverso nel 2011, quando venne accusata di negazionismo per alcuni articoli su un blog, intervenendo a parole e in chat – questa la versione degli studenti – si è espressa in modo tale che è stata la studentessa, in quel responsabile della classe virtuale, ad espellere l’insegnate. «La professoressa ha monopolizzato l’incontro con continui commenti e prendendo la parola senza autorizzazione» spiega Luca Mengoni, rappresentante d’istituto e tra gli organizzatori della cogestione, che cita «l’intervento di sette minuti nel quale ha definito la legge Mancino (che sanziona gesti e messaggi legati all’ideologia nazifascista e in generale alla discriminazione, ndr) una norma liberticida». Nello specifico l’insegnante — poi interrotta — ha chiesto a Tumino cosa pensasse del fatto che, se il politicamente corretto diventasse dominante nella società, si dovrebbero cancellare molti brani e film degli anni 70: dai film in cui Renato Pozzetto definisce “culattoni” gli omosessuali a quelli in cui Tomas Milian li chiama “froci”; alla canzone Vaha Puttanga di Walter Valdi. Proprio questo insistere sugli esempi, assieme all’uso del termine “lobby”, per il quale afferma di essersi scusata, la professoressa è al centro della polemica. «Ho le spalle larghe, posso sopportare questa situazione, ma i ragazzi hanno diritto di crescere in un contesto capace di accompagnarli con sensibilità e non con un *** approccio ultra-tradizionalista. Se non ci si espone non si possono fare passi avanti, per questo ho deciso di raccontare l’accaduto» spiega Carlo Tumino, che ha ricevuto messaggi di sostegno da genitori, insegnanti e studenti della Manzoni e si dice «commosso dalla maturità dimostrata dai ragazzi». Da qui la richiesta di scuse, «prima che verso di me, verso gli studenti, che la signora ha insultato, definendoli capre». L’insegnante respinge le accuse. Sostiene «di non aver offeso il relatore» e anzi «di essere stata censurata con l’espulsione dalla riunione». Si giustifica spiegando di aver usato il termine “capre” riferendosi a «chi insulta restando nell’anonimato», anche se il post era del Collettivo antagonista Manzoni. Durante la cogestione, il docente deve solo fare l’appello e il controappello alla fine del corso. «Ho detto ai ragazzi che non avrei assistito perché non mi interessava l’argomento, visto che sono già informata sulle battaglie Lgbt, che condivido — aggiunge Albertoni —, ma Tumino ha insistito perché rimanessi» spiega la docente, ammettendo di avere scritto diversi messaggi sulla chat per puntualizzare o correggere quanto detto dall’uomo. La polemica dilaga sui social, anche con i video pubblicati dalla docente. E il Comune, da cui dipende il Polo Manzoni, spiega che la direzione ha convocato l’insegnante per ascoltare la sua versione, dopo aver ascoltato quella dei ragazzi presenti all’incontro. Si valuterà quindi l’accaduto e se ci siano gli estremi per un provvedimento disciplinare.