10 Maggio 2018

Libello antisemita sul tavolo accanto all’entrata di una chiesa

Libretto antisemita scritto da un prete in bella vista dentro la chiesa dei Servi

Ora è sparito ma fino all’altro ieri era a portata di mano dei fedeli sul tavolo accanto all’entrata. Secondo don Maffei, il deicidio fatto dagli ebrei e le loro trame «spiegano la reazione nazista»

CESENA. «Anche gli ebrei di oggi sono colpevoli della morte del Signore, anche gli ebrei di oggi sono crocifissori di Cristo, anche gli ebrei di oggi sono deicidi. I delitti commessi contro di loro, per quanto tremendi, non sono nemmeno confrontabili col deicidio commesso. Le persecuzioni che hanno subito non rendono innocente tutto il loro passato, con le loro feroci persecuzioni contro i primi cristiani e tutte le mene e le trame politiche religiose, sociali e finanziarie, fino all’epoca moderna, fino a spiegare, se non giustificare, la reazione nazista, anche se se ne deve disapprovare e condannare la brutalità disumana».

Il libro anti-semita

Non è l’oscena farneticazione di qualche revisionista dell’Olocausto. E non è neppure il pensiero delirante di qualche cattolico integralista dei secoli scorsi. È invece il contenuto di un libretto che fino all’altro ieri era a portata di mano dei fedeli. Dentro la chiesa dei Servi. A Cesena. Nel 2018. Scritto poche decine di anni fa da un sacerdote.

Ora qualcuno lo ha fatto molto opportunamente sparire. Ieri non ce n’era più traccia sul tavolone accanto all’ingresso dove sono appoggiate varie pubblicazioni religiose.

Però resta sconcertante che materiale così apertamente antisemita possa circolare in un luogo come quello.

Non è certo un mistero che in passato la Chiesa cattolica sia stata a dir poco ostile all’ebraismo. Ma quelle posizioni sono state per fortuna superate già da qualche tempo, anche attraverso dichiarazioni papali molto esplicite.

Il sacerdote autore

Invece c’è evidentemente ancora spazio per pensieri sconvolgenti come quelli contenuti nell’opuscolo esposto nella chiesa dei Servi, scritto da don Giorgio Maffei, ferrarese che il 13 novembre 2015, dopo 63 anni di sacerdozio, è morto all’età di 94 anni a Rimini. Aveva trascorso in quella città gli ultimi 13 anni della propria esistenza, al Priorato Madonna di Loreto. Era un seguace del celebre arcivescovo ultraconservatore Lefebvre, intransigente custode della tradizione cattolica.

Il libretto che ha scritto si intitola “I vignaioli perfidi” e a segnalare pubblicamente che stava circolando all’interno della chiesa dei Servi è stato Piero Pasini. Sulla propria pagina Facebook ha espresso il suo sdegno per i contenuti di quella pubblicazione in cui si è imbattuto per caso due giorni fa. E ne ha mostrato alcune pagine. Come quella in cui ha scritto che «noi (cattolici, ndr) dobbiamo perdonare, come ha fatto sua Santità Pio XII, ma abbiamo il dovere di opporci e di alzare la voce di fronte al demenziale filo-semitismo ecumenista, che è contro la verità, contro la fede e contro la storia».

Poi, per fortuna, ci fu stato anche Papa Giovanni Paolo II, che nl 2000, durante una storica visita in Terra Santa, chiese perdono per l’antigiudaismo che per troppo tempo ha avvelenato le comunità cristiane.