10 Luglio 2016

Visita di una delegazione del Movimento5Stelle in Israele

Fonte:

Moked.it

Autore:

Daniel Reichel

I Cinque Stelle in Israele

Continua in queste ore la visita in Israele e Cisgiordania della delegazione del Movimento Cinque Stelle guidata dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, affiancato dai parlamentari Manlio Di Stefano e Ornella Bertorotta . Dopo aver dichiarato da Hebron (città chiave in Cisgiordania per il movimento terroristico di Hamas), che “se saremo al governo, riconosceremo lo Stato palestinese”, i Cinque Stelle hanno chiesto di visitare la Striscia di Gaza. Per questioni di sicurezza però Gerusalemme, come ha spiegato in queste ore il portavoce dell’ambasciata israeliana a Roma Amit Zarrouk, non ha rilasciato i permessi per attraversare il confine. “La Striscia di Gaza è controllata dall’organizzazione terroristica di Hamas che è un’entità ostile ad Israele”, ha sottolineato Zarrouk, spiegando che “l’ingresso da Israele a Gaza e viceversa deve coinvolgere permessi specifici e speciali che sono soggetti a considerazioni di sicurezza”. Una situazione notoriamente delicata, visto che si parla di una zona sotto il controllo di terroristi, che i Cinque Stelle hanno semplificato definendo la decisione israeliana, dettata appunto da esigenze di sicurezza, come “un cattivo segnale per la pace”.

Secondo i media italiani, la visita in Israele Di Maio rappresenta la prima tappa per il vicepresidente della Camera per lanciare la sua candidatura a Palazzo Chigi per le prossime elezioni: il passaggio in Medio Oriente – come dimostra l’attenzione della stampa nostrana – è un’occasione per Di Maio di presentarsi sulla scena internazionale come possibile futuro capo di governo credibile. Un elemento non rilevato dal mondo dell’informazione israeliano, che dall’arrivo di Di Maio e colleghi, non si è ancora interessata alla visita pentastellata. Nemmeno la dichiarazione del vicepresidente della Camera, intesa a sollevare l’attenzione mediatica, sul riconoscimento dello Stato palestinese è stata notata. Non è invece passato inosservato il post sui social network con cui i grillini avevano annunciato la loro visita in Israele: “Una soluzione della pace — la creazione dei due popoli e due Stati — passa per le scelte che il governo d’Israele saprà prendere nei prossimi anni. – il testo dei Cinque Stelle in cui si cita solo la responsabilità israeliana sul fronte del negoziato, seppur i palestinesi siano i primi a rifiutarsi di sedere al tavolo delle trattative (solo poche settimane fa il leader dell’Anp Abu Mazen ha rifiutato di incontrare il Presidente israeliano Reuven Rivlin a Bruxelles) – È chiaro ormai a tutti come lo storico conflitto non ha davanti a sé nessuna soluzione che possa essere militare, né incentrata solo in termini di sicurezza con la costruzione di muri”. Parole che sintetizzano il punto di vista del Movimento Cinque Stelle rispetto alla questione israelo-palestinese e che il demografo Sergio Della Pergola, docente dell’Università Ebraica di Gerusalemme, ha descritto come “superficiale e fazioso”. In una dichiarazione rilasciata alle agenzie di stampa, il professore ha definito “sconcertante il livello di impreparazione, di mancanza di cultura storica e politica che traspare da queste prime battute. Purtroppo non c’è nulla di nuovo: il bagaglio ideologico che fa da sfondo è quello degli anni ’70”. “Da dei parlamentari che arrivano in questa regione e, a maggior ragione, da un membro della Commissione Affari Esteri – ha affermato Della Pergola riferendosi in particolare a Manlio Di Stefano – ci si dovrebbe aspettare qualcosa di diverso. Esiste un conflitto e in questo conflitto gli attori sono due. Parlare solo di uno dei due, la dice lunga”. E su queste pagine, il professor Della Pergola aveva ripreso una dichiarazione proprio di Di Stefano, per dare un’idea del pensiero del parlamentare grillino: “Il terrorismo islamico non esiste. – aveva detto il membro della Commissione Affari Esteri – Spegnete la TV e la radio, chiudete i siti web della stampa detta “main stream” e prendetevi qualche minuto per svuotare la testa dalle immagini viste in questi ultimi anni e soprattutto delle parole sentite. ….. Il dato di fatto incontrovertibile degli attentati di [Dacca] è che non possono essere di matrice islamica anzi, ancora di più, non esiste un Islam terrorista”. “Grazie, Onorevole, – il congedo di Della Pergola – alla prossima”.

Per i media italiani, i Cinque Stelle hanno cercato in qualche modo di moderare la loro posizione filopalestinese (per i pentastellati, Israele deve ritirarsi entro i confini del ’67) e l’attenzione ora si è spostata sull’incontro di domani con i rappresentanti della Knesset, per vedere cosa Di Maio e colleghi diranno ai parlamentari israeliani. In ogni caso, Di Maio ha sentito l’esigenza di giustificare le scelte fatte per la visita nella regione (dall’incontro con alcune ong alla visita al sindaco di Hebron): “Non è un viaggio squilibrato – ha affermato – ma certo non ci siamo messi con il bilancino a vedere quanto siamo stati da una parte e dell’altra. Ricordo che siamo stati invitati da Israele e lunedì avremo incontri con i rappresentati dei partiti di tutto l’arco costituzionale di Israele e a loro spiegheremo la nostra posizione”. La delegazione negli scorsi giorni ha anche visitato il Memoriale dello Yad Vashem a Gerusalemme e incontrato l’ambasciatore italiano in Israele Francesco Talò.