25 Giugno 2018

Twitt di odio pubblicato da un senatore del M5S

Fonte:

La Repubblica

Autore:

Conchita Sannino

Insulti di Lannutti il sovranista da tastiera

Roma. Ha lasciato che la pancia gli dettasse un tweet nei toni ferini più graditi a qualche leader. «Le Ong finanziate da Soros ed altri ideologhi della sostituzione etnica, oltre ad essere bandite dovranno essere affondate. Tolleranza zero». Poi Elio Lannutti – sovranista da ultimo approdo, è il caso di dire sessantenne eletto al Senato per il M5s, che era già stato prima fedelissimo di Di Pietro e poi avversario del vertice Idv, tenace alleato del Pd e del centrosinistra, ha fatto dietrofront: « Non affondare, ma salvare gli esseri umani. Affondare o interdire le navi pirata, i trafficanti di disperati». Fenomenologia di un altro “giustiziere” da tastiera. Ecco Lannutti, se questo è un senatore. Nemico degli scandali bancari, l’uomo che capeggiando l’Adusfeb agitava lo spettro della rivolta dei consumatori, il promotore della legge perla class action, e ancor prima il giornalista tra i fondatori di Avvenimenti. Era entrato a Palazzo Madama dieci anni fa con il volto di chi prometteva di tutelare gli ultimi. Oggi digita sparate choc. Quella di ieri non sarebbe piaciuta molto al capo Di Maio, e ancor meno al presidente della Camera Roberto Fico di cui pure – mesi fa – Lannutti lodava «sensibilità e coraggio». Così mentre divampavano le critiche interne, lui si precipita a chiarire integrare. Sfoderando ragionamenti intrisi di slogan già sentiti. «Le tesi ipocrite dei fautori del globalismo delle povertà», il «Macron fariseo», il «liberismo dittatoriale di Friedman». E ovviamente: «Che errore esiziale aver lasciato solo all’Italia la gestione dei flussi». Così non serve neppure esibire il santino dell’emigrante che è stato. «Chi come me ha lavorato all’estero per pagarsi gli studi, operaio con permesso di soggiorno lì dove in alcuni locali era vietato l’ingresso a “cani e italiani”, non può esser razzista». Lannutti obietta pure che «nessuno si scandalizzò quando nel 2015 l’allora ministro degli Interni Alfano annunciò l’idea: “Affondare i barconi degli scafisti prima che partano, azioni contro gli scafisti”». Se non fosse che i barconi “prima” della partenza non sono le navi cariche di uomini donne e bambini “dopo” aver salpato. Pensare che era stato lui a fare la fronda e condannare le intemperanze politico- verbali di Di Pietro. «Basta, non condivido i tuoi attacchi al Pd e a Napolitano. Ma che vuoi: scavalcare a destra Grillo?». Accadeva prima dell’onda giallo-verde e delle alleanze che si chiamano “contratti”. Sei anni fa, un’era geologica. Ora è tempo di maturi senatori dalle parole sguaiate. Ma un tweet si può anche cancellare. Le capriole – tra rin negate maggioranze di ieri e rampanti sovranisti di oggi – no. Quelle restano. E spesso galleggiano.