10 Febbraio 2016

Tor Sapienza, sei indagati per odio etnico

Fonte:

Il Corriere della Sera edizione di Roma

Autore:

Ilaria Sacchettoni

«Scimmie vi diamo fuoco. Andate via»

Iniziò con la circolazione bloccata, i cassonetti incendiati e i rifiuti bruciati in strada. Proseguì con un corteo che scandiva insulti razziali e inneggiava alla morte dei profughi (e di chi li proteggeva). Andò avanti con un lancio di pietre e oggetti sul centro di accoglienza.

«Scimmie, vi diamo fuoco. Andate via» Rivolta a Tor Sapienza, indagati sei residenti per «odio etnico e discriminazione razziale» Finì, giorni dopo, con il trasferimento dei 44 ospiti della onlus «Un sorriso». Le fiamme nella «banlieu» romana divennero il simbolo del braccio di forza tra residenti e amministrazione, che finì per arrendersi.

Ora si è appena conclusa l’inchiesta penale su quella notte, il 10 novembre 2014. Il pm Eugenio Albamonte ha indagato sei persone, fra cui i tre cinquantenni Elvio Macario, Valter Dominici e Robertino Giorgetti, più Alessandro Bufalieri, Manuel Del Papa e Massimiliano Riva. Tutti assieme avrebbero agito da capi-rivolta.

L’elenco delle accuse è lungo due paragrafi. Contestate l’ istigazione, l’ adunata sediziosa, la violenza privata, i danneggiamenti e la resistenza a pubblico ufficiale. Il tutto con l’aggravante di odio etnico e discriminazione razziale. «Scimmie scendete giù, vi diamo fuoco, ve ne dovete anda’, vi incendiamo il centro con le taniche di benzina. Viva il duce negri di me…»: una fra le molte frasi gridate per intimidire il quartiere e i profughi ospiti del centro di via Morandi, è finita fra i capi d’incolpazione . L’avrebbe gridata Elvio Macario costringendo i profughi a barricarsi nel centro.

Gli approfondimenti investigativi hanno ricostruito una dinamica di guerriglia metropolitana piuttosto tradizionale, in cui ciascuno avrebbe rivestito un ruolo, dall’istigazione alla violenza alla resistenza ai pubblici ufficiali passando per gli slogan neofascisti.

Dietro i sei presunti capi della rivolta un centinaio di persone in tutto istigate secondo la procura «a raccogliere gli oggetti da terra e a scagliarli con violenza contro la facciata dello stabile in cui è collocato il cento di accoglienza» . Furono lanciati sassi, pietre , bottiglie e bombe carta. Andarono in frantumi i pannelli di vetro del centro. Otto volanti della polizia furono danneggiate. I profughi furono minacciati, insultati, costretti a non uscire. L’operatore Rai Alessandro Gualillo fu colpito alla testa e gli a genti Adriano Caldara, Francesco Macaluso, Gianluigi Merola, Gennaro Guarino, Massimo Pinchiurri , Jarno Fratin e Benedetto Esposito finirono al Pronto soccorso.

L’ipotesi di una rivolta artificiale , pilotata dalle coop di Salvatore Buzzi per disfarsi della concorrente è rimasta ipotesi. La denuncia di Gabriella Erico che ricostruiva pressioni ne i suoi confronti, fin qui, non ha trovato riscontri.