25 Febbraio 2016

Svastica su una locandina

Fonte:

Corriere di Bologna

Autore:

Claudia Balbi

Una svastica in copertina «L’errore» dell’Error day

Il Comune annulla la presentazione

Fermi tutti. C’è una svastica nella locandina dell ’«Error Day» . Un errore che strizza l’occhio all’evento? No, quel simbolo non è lì per sbaglio : è frutto di una scelta, ma «nessuna provocazione», assicurano gli organizzatori. I quali, però, inevitabilmente hanno trovato un muro dentro le istituzioni pubbliche. L’utilizzo di un simbolo così negativo, infatti, non è piaciuta a Palazzo d’Accursio che ha annullato la presentazione della manifestazione alla stampa. «Ho pensato di usare la svastica, per anni legata all’odiosa ideologia nazista, ma di origini orientali , per riavvicinare la gente al suo significato originale. Così l’ho inserita al contrario e colorata di rosa», spiega Clelia Sedda, direttrice artistica dell’evento, alla terza edizione. Visto il tema del nuovo appuntamento, « Potere ed errore », Sedda pensava che il motivo della sua scelta risultasse chiaro . «L’obiettivo della giornata dell’errore è proprio questo: guardare le cose con occhi diversi, conoscerle ed essere liberi, meno schiavi del potere», prosegue. Secondo gli organizzatori , il Comune sulle prime sembrava convinto della scelta, per quanto ardita. «Avevamo sottoposto il logo in Comune e sembrava fosse tutto a posto», assicura la direttrice del festival. Poi le prime perplessità da parte della Regione, fino ad arrivare alla scelta di annullare la conferenza stampa di presentazione in Comune. Entrambi gli enti, comunque, continueranno a sostenere l’iniziativa culturale che questa domenica riunirà alcuni personaggi di spicco della cultura italiana come Enrico Zucca , il pubblico ministero che sostenne l’accusa per i fatti avvenuti alla scuola Diaz durante il G8 di Genova, e Lorenzo Enriques, ad della Zanichelli. «Come la vogliamo chiamare? Censura? — riflette con rammarico sull’accaduto Sedda —. Ci sono rimasta male perché stiamo parlando di un’operazione culturale, non di un ritrovo di estrema destra». La direttrice artistica non vuole incolpare nessuno, però : «Può essere che dopo avere dato l’ok qualcuno abbia dovuto far marcia indietro , vorremmo sapere chi ci ha bloccato». In attesa della risposta, le svastiche sui manifesti degli eventi, quelli promossi dal Comune, si sono trasformate in pugni chiusi attorno a un fiore.