27 Febbraio 2015

Roma, sequestrate magliette antisemite

Fonte:

Corriere della Sera edizione di Roma

Boccea, in vendita t-shirt antisemite

Prodotte nell’enclave cinese di Prato

«Kill» e la Stella di David. I vigili chiedono aiuto alla Comunità ebraica

La filiera Dal negozio a uno spaccio al Tiburtino e poi in Toscana

Lo store è in via di Boccea, ma quando i vigili urbani si sono presentati per conoscere la provenienza della merce esposta, i gestori del negozio hanno confessato subito: «Arriva tutto da un magazzino sulla Tiburtina», da uno degli enormi capannoni di Commercity. Da qui è scattata l’indagine dei vigili urbani del XIII Gruppo Aurelio per individuare i fabbricanti delle magliette con frasi antisemite – comparse da qualche settimana sui social network – scoperte per caso nei giorni scorsi da alcuni avventori che si erano recati nel negozio nella zona di Selva Candida e hanno subito segnalato il fatto alla Municipale. Lo stesso ha fatto la Comunità ebraica rivolgendosi alla Digos. Gli investigatori indagano per istigazione all’odio razziale, con l’applicazione delle aggravanti previste dalla legge Mancino. E i motivi non mancano: a cominciare dalle frasi stampate sulle t-shirt, bianco e nere, dove accanto alla Stella di David compare la scritta «kill». Ce ne sono poi altre con un kalashnikov in evidenza, la scritta «Bad» e ancora la stella a sei punte simbolo di Israele. Infine un altro modello con la scritta «Ghetto», sotto una coppia di zeri.

magliette

Gli investigatori della Municipale hanno identificato i responsabili del negozio e hanno poi ispezionato il magazzino al Tiburtino dove sarebbero stati trovati altri capi d’abbigliamento dello stesso genere. I titolari dell’attività di import-export avrebbero rivelato che la merce era arrivata a Prato, enclave cinese almeno dal punto di vista commerciale. Ed è proprio in Toscana che adesso si concentrano gli accertamenti dei vigili urbani. Ma l’indagine è appena cominciata. «Ringraziamo la Digos e gli agenti del XIII Gruppo della polizia locale, e invitiamo la comunità cinese a un incontro con i suoi rappresentanti affinché non si ripetano fatti ed errori di questo genere», spiega Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica romana.

R.Fr.