11 Settembre 2015

Revocata l’autorizzazione al congresso di CasaPound

Fonte:

Corriere della Sera edizione di Milano

Autore:

Elisabetta Andreis, Francesco Sanfilippo

CasaPound, festa vietata e polemiche

La sfida dei militanti: l’evento si farà

Castano Primo, il sindaco ritira l’autorizzazione. Oggi vertice sulla sicurezza in prefettura Neanche il tempo di annunciarla, e subito è sfumata. O forse no. È giallo sulla festa nazionale di CasaPound che stasera dovrebbe aprire in una struttura del Comune di Castano Primo, a 50 chilometri da Milano. Il condizionale è d’obbligo perché ieri pomeriggio l ’associazione di estrema destra si è vista revocare l’autorizzazione dal sindaco Giuseppe Pignatiello. In teoria restava quindi col cerino in mano, senza un luogo dove accogliere gli «oltre 3 mila simpatizzanti attesi da tutta Italia». In pratica però, fino a tarda sera, una ventina di attivisti erano lì. Ad allestire il palco e distribuire volantini per la tre giorni di kermesse. Beffardo il presidente del movimento, Gianluca Iannone, alzava le spalle con il boccale di birra in mano: « La nostra festa è qui, la facciamo comunque». Qualche carabiniere vigilava ieri sul raduno , in attesa della decisione finale del prefetto. Che non è arrivata, neanche col buio. Per oggi, però, Francesco Paolo Tronca ha convocato un nuovo comitato. La festa, con tanto di dibattiti, spettacolo di burlesque e torneo di box e calcetto, comincerebbe alle 18. Poi  gli interventi della Lega ( Gianluca Buonanno, Raffaele Volpi e Paolo Grimoldi), di Forza Italia (Giulio Gallera e Lara Comi) e di Scelta Civica (Stefano Dambruoso). Come ricostruisce lo stesso sindaco, eletto in una lista civica e appoggiato dal Pd, La Focosa (il cui presidente è poi Massimo Trefiletti, anche responsabile milanese di Casa-Pound) ad agosto aveva chiesto il permesso per un programma «interessante con convegni su vari aspetti dello sport», che era stato autorizzato . Ieri la scoperta: «Veniamo a sapere solo adesso che dietro c’è l’associazione di estrema destra e addirittura per la sua festa nazionale. Siamo a dir poco sbigottiti. Macché CasaPound, qui», aveva chiuso (in teoria) la porta il sindaco poche ore dopo la conferenza stampa in cui la location, non a caso tenuta segreta fino all’ultimo, era stata svelata. Co n la presenza a sorpresa di Vittorio Feltri, che si era scagliato contro il Comune di Milano. «Le polemiche che hanno accompagnato questa festa lasciano basiti e arrabbiati — ha detto Feltri —. La sinistra mostra la solita ostilità preconcetta nei confronti di un movimento che si muove e fa politica ne l rispetto del codice ». E Iannone: «Decidere chi può o non può parlare è brutalità, e chi lo fa è un talebano ». E se alla fine dovesse arrivare il divieto alla festa? «Semplice, andiamo in piazza Duomo in tremila — ha risposto Iannone ad Affaritaliani —. Magari occupiamo anche quello, così viviamo al meglio la città». La decisione del sindaco , « doverosa di fronte a quelle che sono risultate false dichiarazioni», è anche dovuta a ragioni di sicurezza, si barcamena Pignatiello: «Non potevo dare autorizzazione a occupare una struttura che contiene duecento persone per una manifestazione che ne radunerebbe molte di più». Ora la parola passa al prefetto di Milan o Francesco Paolo Tronca. Con CasaPound no n solo decisa a esserci ma anche ad uscire allo scoperto: «Negli ultimi mesi i passi con la Lega ci hanno dato più visibilità — conclude Iannone —. Cerchiamo il confronto. Per chi non lo vuole capire CasaPound è u n movimento che esiste».