26 Agosto 2016

Recrudescenza del radicalismo di destra in Lombardia

Fonte:

Corriere della Sera edizione di Milano

Autore:

Luca Rinaldi, Cesare Giuzzi

Anniversari, violenze e ‘ndrangheta

Le mosse della galassia nera lombarda

Ieri mattina si è tenuto in prefettura a Pavia il comitato per l’ordine e la sicurezza dopo i fatti che hanno portato all’interruzione del concerto in piazza della Vittoria degli Statuto lo scorso sabato. In quella occasione un gruppo di naziskin ha avuto un diverbio con altre persone e sono volate anche bottiglie di vetro. Nel corso della stessa serata sono stati identificati in cinque e nel comitato di ieri si è deciso di vietare l’ingresso in città ai non pavesi protagonisti dell’incursione. Il giorno successivo uno striscione dimostrativo, firmato «skinheads Pavia» è stato appeso fuori dalla redazione del quotidiano locale La Provincia Pavese. Segno che la galassia nera lombarda si muove. Skinhead ma non solo. A Milano sono soprattutto commemorazioni e anniversari che portano i gruppi della destra estrema a riunirsi. Succede con l’anniversario della morte di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani il 29 aprile e in occasione dei festival nazirock per cui Milano è diventata negli ultimi anni uno snodo a livello internazionale. Momenti in cui, hanno scritto i servizi segreti nella loro relazione al parlamento coltivano «contatti con i referenti europei», in particolare «per iniziative di solidarietà a sostegno dei militanti coinvolti in inchieste giudiziarie. Oppure il 21 aprile, quando al campo 10 del Cimitero Maggiore si onorano i caduti della X Mas. Le sigle milanesi, alcune delle quali finite in questi anni nelle carte dell’antimafia a causa dei contatti con la ‘ndrangheta, caratterizzano anche il panorama lombardo. Un quadro frastagliato ma che restituisce un movimento fatto sia di politica sia di violenza: «C’è chi decide di far andare le mani senza un progetto, giusto per riaffermare una presunta superiorità — racconta un investigatore — chi invece decide di muoversi nella politica con i propri uomini e candidati». Si va dagli Hammerskin, ormai stabilmente all’interno di Lealtà e Azione, passando per CasaPound e Forza Nuova. A queste nel passato recente si è aggiunta la comunità militante dei dodici raggi che fa proseliti nel Varesotto con base a Caidate e «radar» di realtà come Bergamo e la stessa Pavia. Proprio a Bergamo è di nuovo sulla scena Avanguardia Nazionale. Fondata da Stefano Delle Chiaie, l’organizzazione politica disciolta nel 1976, avrebbe trovato oggi nuova linfa in mano ad Alfredo Graniti, che nel 1981 cercò di portare Massimo Carminati oltre-confine sotto i colpi della polizia oltre posto di blocco. Se gli skinhead, soprattutto quelli milanesi, in questi anni hanno cercato di costruirsi un’immagine meno violenta (anche tramite iniziative sociali e sportive) e più politica non sono mancate le botte. Come a Cremona. Qui la procura ha chiuso le indagini a carico di otto persone, militanti di sinistra e destra per gli scontri tra il centro sociale Dordoni e CasaPound nel gennaio 2015. Tra gli indagati ci sono Gianluca Galli e Guido Taietti, esponenti di Casa Pound, accusati di tentato omicidio per aver mandato in coma Emilio Visigalli, indagato a sua volta per lo stesso episodio. (L.R.)

Curve e scuole, il neonazismo ha conquistato nuove leve

Il numero del partecipanti alla «sfilata» per le strade di Città studi durante la commemorazione dell’omicidio di Sergio Ramelli è in aumento ogni anno. Ragazzi sempre più giovani, vestiti in modo identico con anfibi, jeans, bomber o polo nera che marciano al ritmo del tamburi, tra tricolori con croci celtiche e saluti romani. Poi ci sono i convegni organizzati dall’ultradesta e i concerti con band provenienti da mezza Europa. La crescita del movimenti neofascisti e ormai un fenomeno costante. Ragazzi tra i 15 e i 18 anni sono andati in questi anni a rimpolpare le fila dei movimenti storici dell’estrema destra lombarda. E anche nelle scuole, dove la sinistra ha sempre rappresentato la maggioranza dell’attivismo studentesco, la presenza di Fronte della gioventù e Azione giovani (legate a gruppi diversi del microcosmo dell’ultradestra) è un dato di fatto. Tanto che nei mesi scorsi all’esterno di alcuni istituti superiori milanesi, da sempre considerati «di sinistra», sono stati organizzati sit-in e volantinaggi. Iniziative impensabili nel passato. Secondo gli esperti di eversione e di ordine pubblico tutto questo significa una sola cosa: la destra, specie se estrema (da Forza nuova a Cuore nero, passando per CasaPound) ha un’appeal, un’attrattiva sul giovanissimi, molto più forte rispetto al movimenti legati ai centri sociali di sinistra. Questo, sempre secondo gli inquirenti, sarebbe II frutto di alcune strategie dei gruppi neofascisti sul nostro territorio. Anzitutto attraverso la penetrazione nel mondo delle tifoserie, sempre più a destra anche in contesti minori (Serie D e campionati dilettanti). In questo modo i vari «spezzoni» dell’ultradestra hanno potuto attingere a un bacino considerevole di ragazzi e ragazze. In secondo luogo, specie con l’ascesa di CasaPound, i gruppi hanno puntato molto sulla dimensione localistica: piccole organizzazioni di 5 o 10 militanti impegnate in «azioni» e «rivendicazioni» (specie sul fronte immigrazione) a carattere territoriale. Terzo, la crisi dei movimenti giovanili di sinistra: frammentati e implosi ben prima del «cappotto» no Expo. Infine la retorica della violenza «necessaria per far valere le proprie ragioni , calamita di rabbia e rivolta giovanile. Non solo a parole. E questo è un pessimo segnale. (C.G.)