13 Luglio 2016

Presentazione a Montecitorio del rapporto sull’antisemitismo in Italia a cura dell’Osservatorio antisemitismo della Fondazione CDEC

Fonte:

Avvenire - www.rai.tv - Moked.it - www.ilmessaggero.it

Autore:

Alessia Guerrieri - Franca Giansoldati

Un italiano su cinque ha pregiudizi sugli ebrei. Noi primi in Ue

Il rapporto. Bersagli facili anche donne, migranti, gay e disabili. Santerini: presto Libro Bianco

Il campanello d’allarme è tutt’altro che da sottovalutare. Anche se, probabilmente, è presto per parlare di antisemitismo di ritorno. Certo è che nel nostro Paese un italiano su cinque (21%) ha pregiudizi nei confronti degli ebrei, mentre in Francia e Gran Bretagna la percentuale si ferma al 7%. E le parole d’odio nei confronti degli ebrei corrono velocemente soprattutto sui social media, dove nel 2015 sono comparsi 156 nuovi profili Facebook antisemiti e in sei mesi (da agosto dell’anno scorso a febbraio 2016) postati su Twitter 6754 cinguettii negativi nei confronti del popolo d’Israele. A lanciare l’allarme è il rapporto sull’antisemitismo in Italia 2015 dell’Osservatorio del centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec) di Milano, presentato ieri a Montecitorio insieme alla Mappa dell’Intolleranza su Twitter curata da Vox-Osservatorio sui diritti. Proprio la cartina dell‘hate speech in Italia, dopo l’analisi di 2,6 milioni di cinguettii e aver isolato 412mila termini intolleranti, conferma come siano sei le categorie più colpite nei discorsi sul web dei cittadini. Al primo posto le donne (63%), seguite dai migranti e omosessuali (10%), quindi da islamici e disabili (6%) ed ebrei (2%). “Ebreo”, “rabbino”, “sionista”, “strozzino” e “giudeo”. Sono questi, infatti, i principali appellativi con cui vengono etichettati, che si aggiungono ai 90 episodi di antisemitismo registrati l’anno scorso nel nostro Paese, di cui 35 sul web e 4 attraverso stampa e tv. Inoltre, contro il popolo ebraico sono stati 15 i casi di diffamazione e insulti, 8 quelli di minacce, aggressioni e violenze, 19 di graffiti e scritte sui muri, 6 di atti vandalici. «Assistiamo a una diffusione inquietante delle nuove forme di odio online» per questo, sottolinea Milena Santerini (DeS-Cd), presidente dell’Alleanza parlamentare contro l’intolleranza e il razzismo del Consiglio d’Europa e autore dell’iniziativa alla Camera, «è in preparazione un Libro Bianco sull’odio in Italia, per individuare le diverse forme di neo-razzismo e combatterle». Un primo passo della politica è stato fatto, con l’approvazione dell’aggravante del negazioni-smo per reati discriminatori. Ma non basta. Gli antisemiti in Italia, «lo zoccolo duro – li definisce Betti Guetta, responsabile dell’Osservatorio del Cdec – sono il 7-12% della popolazione», ma il problema è che «siamo di fronte a un’emergenza verbale», così «una sorta di antisemitismo è stato sdoganato nella società», con alcuni discorsi sulla Shoah e su Israele «che fino a poco tempo fa erano impensabili» Lazio, Umbria e Lombardia- aggiunge Marilisa D’Amico, fondatrice di Vox – sono le zone in cui si concentrano di più i tweet antisemiti. Nel mirino soprattutto la Giornata della Memoria e persino alcune dichiarazioni di fratellanza di Papa Francesco». La lotta all’odio perciò è «un cammino da fare insieme», anche in un contesto europeo, dove ciascuno, «istituzioni, politica, genitori – insiste la presidente dell’Unione comunità ebraica italiana (Ucei) Noemi di Segni – si prenda le proprie responsabilità per cambiare il trend di questi dati». Perché è una questione di «educazione, anche al sentimento».

Avvenire

Antisemitismo in Italia, i numeri  “Fronte ampio contro l’odio”

“Fatti recenti di cronaca, a partire da quanto accaduto negli scorsi giorni a Fermo, impongono a chiunque abbia una responsabilità istituzionale e di leadership una riflessione ancora più approfondita sulla consistenza di quell’odiosa e terribile minaccia che va sotto il nome di razzismo. Una minaccia che è ancora viva in determinate fasce della nostra società e che si articola in varie forme, tra cui quella storica e radicata da millenni dell’antisemitismo”.

Così la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto sull’antisemitismo in Italia del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano, svoltasi ieri pomeriggio alla Camera dei deputati grazie all’iniziativa della parlamentare Milena Santerini.

Concetti e riflessioni sviluppati ieri anche davanti alle telecamere di Rai Parlamento e che oggi tornano, tra gli altri, sulle pagine di Avvenire.

“Fermo restando l’apprezzamento per le recenti novità legislative, significative e incisive da molti punti di vista, è importante sottolineare come ci si trovi all’inizio di un cammino. Un cammino da fare necessariamente insieme in un contesto europeo sempre più a rischio di frammentazioni e dispersioni di quei valori universali per cui gli ebrei tanto hanno combattuto. È fondamentale evidenziare parole e caratteristiche positive – ha spiegato Di Segni – e a questi associare valori, anziché pregiudizi”.

A destare preoccupazione è soprattutto un dato: un italiano su cinque avrebbe pregiudizi, più o meno accentuati, nei confronti degli ebrei. Un fenomeno che risulta particolarmente significativo in rete e sui social network, dove aumentano esponenzialmente le manifestazioni di odio.

“Non esiterei a parlare di vera e propria emergenza verbale. Perché mentre una volta trattare apertamente certi temi era considerato un tabù, oggi il linguaggio ha superato ogni sorta di accettazione umana” ha commentato la ricercatrice del Cdec Betti Guetta. Il barbaro omicidio di Fermo, ha aggiunto Guetta, “è figlio di questo clima”.

La sfida è quindi quella di procedere a un sempre più serrato scambio di opinioni e informazioni tra gruppi diversi per dar vita a progetti e iniziative comuni. Significativo in tal senso, ha sottolineato la ricercatrice, il contributo offerto dalla mappa sulle intolleranze presentata negli stessi minuti da Marilisa D’Amico, presidente di Vox-Osservatorio sui diritti.

Un’analisi di ampio respiro che permetta di approfondire le diverse sfumature del problema. A richiederla, sulla stessa lunghezza d’onda degli altri partecipanti all’iniziativa, la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello. “I dati che vengono oggi portati all’attenzione dell’opinione pubblica ci preoccupano, ma purtroppo non ci sorprendono. Anche perché – le sue parole – l’antisemitismo ha radici storiche profondissime”.

Fermo inoltre il richiamo della presidente Dureghello a un’azione sempre più ferma e incisiva delle istituzioni e delle diverse realtà incaricate di vigilare e agire contro l’odio.

“La lotta all’odio è un presidio fondamentale per la società italiana ed europea. Un concetto quanto mai attuale nel contrasto all’antisemitismo, che da sempre si articola in molte voci che variano a seconda delle zone e dei momenti storici. Le istituzioni devono recitare un ruolo essenziale” ha affermato l’onorevole Santerini. La stessa ha inoltre parlato con apprezzamento della recente approvazione della legge sul negazionismo da parte del Parlamento.

Perché, come ha spiegato il parlamentare Pd Emanuele Fiano, l’antisemitismo è “il primo campanello d’allarme per valutare la minaccia di un pregiudizio che diventa poi sempre più diffuso”. Anche in questa prospettiva va inquadrata, secondo Fiano, la legge sull’apologia del fascismo che è oggi al centro di un approfondimento in sede di commissione.

Nel 2015, novanta gli episodi di antisemitismo registrati dal Cdec, di cui 35 sul web e 4 attraverso i media. Quindici i casi diffamazione e insulti, otto quelli di minacce, aggressioni e violenze, 19 di graffiti e scritte sui muri, sei gli atti vandalici.

“L’antisemitismo su internet è in aumento, come si nota nell’aperta espressione di antisemitismo nei forum online, e i siti e i blog antisemiti di varia natura proliferano. Le tesi negazioniste si legano alle teorie del complotto, ed alla propaganda antisionista. Non siamo di fronte a nuove forme di antisemitismo, a nuove teorie o a nuovi stereotipi contro gli ebrei, bensì al fatto che il web permette, per la sua natura, di accelerare e globalizzare la diffusione di tesi e discorsi antisemiti. E questo fenomeno – si legge nella relazione – va monitorato costantemente”.

Moked.it

Antisemitismo, un italiano su 5 ha pregiudizi sugli ebrei

Un italiano su 5 ha pregiudizi sugli ebrei, mentre in Francia e in Gran Bretagna solo 7 persone su 100 hanno la stessa percezione negativa. Dai sondaggi risulta che gli italiani sono i più antisemiti d’Europa con una percentuale che si attesta al 21%, la Spagna segue con il 17%, la Germania con il 9, Regno Unito e Francia al 7 per cento. I dati sono stati resi noti dal Pew Research Center e si riferiscono al 2015, illustrati nel corso di una conferenza stampa alla Camera, insieme al Rapporto sull’antisemitismo del Cdec (Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano) e alla mappa dell’odio di Twitter realizzata da Vox.

Betti Guetta, responsabile dell’Osservatorio del Cdec, ha spiegato che si tratta più di “un sentimento di antipatia”, che non di odio, mentre “studi statistici con campioni molto grandi inquadrano lo zoccolo duro degli antisemiti italiani tra il 7 e il 12 per cento”. In rete si riscontra “una vera e propria emergenza” legata all’antisemitismo, sottolinea Guetta. “Fino a 10 anni fa certi discorsi non venivano fatti mentre oggi viene usato un linguaggio che ha superato ogni soglia di accettazione; il livello di odio e di rancore sociale ha superato ogni limite. L’assassinio di Emmanuel a Fermo è figlio di questo clima”.

Secondo la responsabile dell’Osservatorio sull’antisemitismo del Cdec “una cosa che non passa è il tema della responsabilità delle parole, il tono negli ultimi anni è salito, è più violento e aggressivo”. Insomma, “un certo antisemitismo è stato sdoganato, vengono fatti certi discorsi sulla Shoah e su Israele che fino a poco tempo fa erano impensabili”. Questo purtroppo si lega anche a “una nuova strategia di comunicazione che vuole rompere gli schemi con il politicamente scorretto”. Il Cdec nel suo report parla di 90 episodi antisemiti nel 2015, 8 di questi fatti con minacce, aggressioni e violenze; 35 sul web, 15 con diffamazione e insulti; 19 graffiti e scritte sui muri; 6 atti vandalici e 4 episodi su stampa e tv. I principali responsabili di episodi antisemiti sono esponenti o simpatizzanti del radicalismo di destra e dell’estrema sinistra.

ilmessaggero.it