8 Maggio 2017

Polemiche per l’antisionismo del deputato 5Stelle Manlio Di Stefano

Fonte:

Corriere della Sera

Autore:

Emanuele Buzzi

Imbarazzo nel M5S

per l’esperto di esteri

anti israeliano

Sarà ridimensionato

Si stava accreditando come l’uomo della diplomazia internazionale dei Cinque Stelle. Ora, ironia della sorte, rischia di scivolare (politicamente) per una mancata moderazione. Quella relativa ai commenti a un suo post — intitolato «Complici dei danni di Israele» — su Facebook, commenti che hanno ospitato anche una «lista di proscrizione» (bollata così dagli stessi utenti del social network) di personalità di religione ebraica. Lui, Manlio Di Stefano, responsabile del programma Esteri di M5S, è intervenuto quando ormai la polemica era scoppiata da ore e se ne parlava sia sui media sia nel Movimento. «Leggo una totale degenerazione nei commenti, da una parte e dall’altra. In questa pagina mai si è fatta discriminazione in base al credo o ad altre caratteristiche personali e mai se ne farà — ha scritto il deputato 5 Stelle — Chiedo a tutti di moderare i toni e rimanere nell’ambito del dibattito civile». Troppo tardi, secondo i pentastellati. Nel Movimento c’è chi sentenzia: «Questa è stata la pietra tombale sulle sue aspirazioni». Fonti parlamentari confermano che difficilmente si potrà immaginare un ruolo governativo per il deputato palermitano. E c’è chi mette in fila gli scivoloni diplomatici dell’ultimo anno. Un excursus che parte dal viaggio del luglio scorso in Israele con Luigi Di Maio, giudicato da molti analisti come un flop e che è costato un raffreddamento dei rapporti tra i due parlamentari. Un viaggio in cui Di Stefano, sollevando perplessità anche nell’opinione pubblica del paese, sosteneva: «La storia ci insegna che Hamas nasce come partito, e che ha vinto in libere elezioni. Poi l’isolamento di Gaza ha cambiato le cose». O ancora il suo intervento — accanto ad alcune personalità controverse — al Festival della solidarietà con il popolo palestinese. E infine la recente missione a Caracas, dove si contano oltre trenta morti in questa primavera di sangue. «Il Venezuela sta vivendo un momento difficile, ma questo non significa che rappresentanti di Paesi esteri abbiano il diritto di ingerire negli affari interni», ha dichiarato Di Stefano dopo un incontro con l’opposizione. Ora i malumori potrebbero frenare la sua corsa, lanciata a giugno del zoi6 con la sua presenza al congresso di «Russia Unita», il partito di Putin. All’epoca spiegava al Corriere: «Con la Russia i rapporti sono buoni: per dare idea dell’attenzione su di noi, sono stato il terzo a prendere la parola».