7 Maggio 2016

Origine della parola “razza”

Fonte:

la Repubblica

Autore:

Stefano Bartezzaghi

La falsa origine scientifica di una parola imbarazzante

La razza imbarazza. Succede sempre, salvo quando non se ne parli in riferimento a cani, gatti o cavalli. Da che esiste la biologia, le varie forme di discriminazione che raggruppiamo nella categoria di “razzismo” hanno cercato nel concetto di “razza” una base materiale, o -naturale-. Non l’hanno trovata mai. perché in realtà non esistono criteri scientifici per distinguere razze” umane. Esistono certo caratteri biologici che si trasmettono di generazione in generazione, ma sono ampiamente mescolati. L’idea, apparentemente “scientifica”. che la genetica sia destinata a spiegare comportamenti e psicologie è solo un’evoluzione di antiche credenze popolari e pregiudizi indimostrabili. Di “razza”, insomma, si può parlare solo grosso modo: più genericamente che geneticamente. Anche la storia della parola “razza” e stata causa di imbarazzo. Qual’è la sua origine? Nell’anno dell’ascesa al potere di Adolf Hitler, il 1933, il filologo austriaco. ed ebreo, Leo Spitzer propose una derivazione di “razza” da “ratio”. L’intento era quello di riportare ogni discorso su razze ed etnie a una radice razionale, contrario dunque al fanatismo nazista. Indubbiamente però l’idea di “razza” ne risultava in qualche modo anche nobilitata. Anni dopo fu un ammiratore di Spitzer, Gianfranco Contini, a confutare l’etimologia. Scoprì che “razza” era l’adattamento italiano ( risalente al Duecento) del francese “haraz”, che sta per “allevamento di cavalli”. E commentò questa nuova ipotesi (che ora è largamente accettata dai linguisti ), non senza una quota di divertimento: se si pensa che la razionalità” della “razza” ha costituito «…l’appoggio terminologico di tanta abiezione, ferocia e soprattutto stupidità, quanto è più ricreativo avergli scovata una nascita zoologica, veterinaria, equina!.»