8 Dicembre 2016

Do.ra , neonazisti nel varesotto

Fonte:

repubblica.it

Autore:

Paolo Berizzi

Saluti nazisti e croci runiche: viaggio dentro la comunità che nega l’Olocausto

Caidate, nel varesotto, dove 300 naziskin vivono organizzati militarmente. Ecco come si raccontano. I nemici sono “immigrati, ebrei, gay, centri sociali, polizia, banche”. La festa per il compleanno di Hitler, la famiglia, i volantini col volto di Eva Braun per il gruppo femminile, il rifiuto di avere contatti con il resto dell’estrema destra

Caidate (Varese) – La runa di legno stava lì, sdraiata nel giardino ingabbiato da una rete metallica: la runa Tiwaz, simbolo dei guerrieri di Odino, mitologia germanica che influenzò l’ascesa del Terzo Reich. I neonazisti varesotti l’altro giorno l’hanno portata al monte San Martino e, posando in parata, hanno profanato il sacrario simbolo della lotta partigiana contro le SS nel ’43. “L’anno scorso ci hanno fermato i carabinieri…”, taglia corto il capo dei Do.Ra., Alessandro Limido. Sul retro del villino una massicciata di cemento. “Non abbiate paura del cane… Preoccupatevi del padrone” è scritto sul cartello al civico 8 di via Papa Giovanni XXIII. Due disegni: un bulldog e una mano che stringe la pistola. Se non fosse per quel benvenuto sinistro e per niente astratto (ad aprile Limido ha massacrato di botte un ladro che stava rubando un’auto sotto casa), si direbbe che l’atmosfera è quasi familiare. Hinterland di Varese: c’erano una volta Bossi e la Lega. Il Pil trainato dall’industria aeromeccanica. Oggi ci sono i naziskin. “Siamo nazionalsocialisti. Neghiamo l’Olocausto. Sono stati gli ebrei, per difendere il capitalismo, a volere la guerra contro Hitler e Mussolini: non il contrario. Da qui parte la nostra attivita’, dalla controinformazione alle iniziative sul territorio”.

I Do.ra. – acronimo della Comunità militante dei dodici raggi (i raggi del Sole nero, simbolo del castello tedesco di Wewelsburg, sede operativa delle SS) – sono la più numerosa e organizzata comunità nazionalsocialista italiana. Quattro anni di vita sottotraccia. Formalmente “associazione culturale”. In pratica un micro pezzo di popolazione varesotta che, 71 anni dopo la fine del regime nazista, prospera sugli orrori incisi nella storia. “I veri eroi sono i nazisti che hanno combattuto. Noi possiamo solo contestare il sistema e vivere secondo le nostre regole Comunitarie”. Cose dell’altro mondo. Eppure Alessandro Limido, 34 anni, figlio di una ex hippie e di Bruno Limido, già calciatore della Juventus poi coinvolto in una vicenda di caporalato e fatture false, non fa una piega. Limido jr è  “Ale di Varese”, il “presidente”. Vende piscine con la Almipool group di Azzate. Ma il senso della vita è la leadership  di questa tribù marziana cresciuta sul modello del nazismo delle origini nel ventre della periferia di Varese.

Caidate. Il giardino coperto di foglie ricorda i boschi dove i Do.Ra. organizzano i “solstizi”: mogli, bambini, cani, canti identitari, birra a fiumi, salamelle. E svastiche bruciate e loro intorno, a cerchio. Nella Germania del Reich il solstizio era un rito propiziatorio che serviva a rievocare le virtù del sacrificio e del prestigio: i falò erano elevati in onore al Führer. Del quale i Do.ra., il 20 aprile, celebrano la nascita. “Mica ci nascondiamo noi”. Non la dissimulazione di Casapound. Nemmeno le velleità politiche di Forza Nuova. Piuttosto la sintesi dell’esperienza ventennale degli skinhed razzisti di Varese. Disciplina interna quasi maniacale. Un autorigore inversamente proporzionale alla disinvoltura a cui sono ispirate le azioni contro i “nemici”: immigrati, ebrei, gay, centri sociali, polizia, banche. Anche Salvini, che “fa il duro contro gli ultimi della società e poi striscia in Israele a leccare la mano al suo amico sionista Avigdor Liberman”, è la sintesi di Limido.

La sede dei Do.ra. è questo ex magazzino. Regolare contratto d’affitto. Enrico Quirico, il proprietario, fa l’operaio e dice che ha idee “diverse da loro”. Ma tant’è, avere in casa un gruppo di neonazisti non gli provoca imbarazzo: “Ho affittato con agenzia, pagano puntuali: mai un problema”. Questione di punti di vista. E di leggi. Per esempio quelle sull’apologia fascista, la discriminazione e l’odio razziale.

La normalità antisemita dei Do.ra.? Ha una struttura di stampo militare. C’è un nucleo direttivo, un presidente (Limido), un vice, Matteo Bertoncello, capo dei Blood and Honour, gli ultrà razzisti e xenofobi del Varese calcio; un responsabile operativo chiamato “sergente”, Andrea De Min; una “guida suprema”, Maurizio Moro, che ha fondato il gruppo nel ’93 fondendo i Varese skineah e gli Ultras 7 Laghi. Ma non di soli uomini è formato il corpaccione dei Dodici raggi.

Le donne della comunità hanno resuscitato il Servizio ausiliario femminile (Saf) della Rsi: volantini con il volto di Eva Braun, incontri a tema. “Non siamo subordinati alla figura e al ruolo  dell’uomo – dice Silvia Malnati , un tempo legata a Limido – ma siamo per la società tradizionale: madre padre figlio patria famiglia”. Dietro le rune germaniche e i rituali della religione odinista cara a Hitler, il culto praticato qui, tra muscolari cortei anti immigrati e dibattiti sull'”assurdità della legge che persegue chi nega l’Olocausto”, i Do.ra., tatuatissimi dai polpacci alla carotide con croci celtiche e svastiche, organizzano la loro settimana. Tutto ruota intorno alla sede di Caidate. Cineforum (“American history”, “Russian 88”); biblioteca con testi revisionisti da De Felice in su; dibattiti  sul negazionismo nella sala addobbata con croci runiche; tornei di calcio “contro la pedofilia”, match di arti marziali miste sotto la targa del riconosciuto “Sodalizio sportivo Do.Ra.” (l’atleta di punta è il pugile campione italiano dei pesi welter Michele Esposito); e poi un gruppo musicale nazirock, i Garrota. “…skin alza la testa, Varese nazionalsocialista”.

L’hanno alzata eccome, la testa, i Do.ra. Pagina Fb molto attiva, sito in costruzione. Hanno prodotto anche una linea di t shirt: il modello che le indossa e le pubbicizza è uno skinhead  parricida, Luigi Celeste, 9 anni di carcere per l’omicidio del padre a colpi di Beretta. “Altri combattono il sistema per entrarci: noi no”. Zero dialogo. Nemmeno con altre anime dell’estrema destra: è la loro linea. Disinteressati alla politica. E però la politica si interessa a loro. “Ci hanno proposto di fare una lista civica – ricorda Limido -. No secco”. Pensare che nel 2006 il sedicente “Movimento nazionalista e socialista dei lavoratori” fondato da Pierluigi Pagliughi proprio nel varesotto tentò di entrare nelle istituzioni: andò male a Duno e Inarzo, meglio (due consiglieri eletti) a Nosate, nel milanese. Per ora i Dodici raggi stanno arroccati nel loro fortino.

“Sono arrivati qui quattro anni fa e per prima cosa hanno distribuito dei biglietti con dei numeri di cellulare – dice il più vicino dei vicini di casa dei Do.Ra. -. Ci hanno detto “se ci sono problemi, avvertiteci”. Scrupolo a doppio risvolto.”Se le auto danno fastidio le spostiamo subito”. Ma anche un’autoinvestitura: “Con noi in paese molti si sentono piu sicuri”. Sentinelle sociali pronte a vigilare su Caidate, piccola frazione di Sumirago che ha tanti abitanti quanti ne conta (tra tesserati e simpatizzanti) la galassia dei Do.Ra.: 300, o giù di lì. Sparsi nel varesotto, sguardo glocal. Un gemellaggio coi “fratelli” ungheresi. Inseriti nel network antisemita europeo Skin4Skin e devoti alla figura del terrorista di Avanguardia nazionale Vincenzo Vinciguerra, in carcere dal 1979 per l’uccisione di tre carabinieri nella strage di Peteano (1972). Colonna del comitato xenofobo “Varese ai varesini”.

Questo sono i Do.ra. A settembre hanno tirato su barricate contro l’arrivo di quattro (di numero) profughi a Castronno. Cinque mesi prima – il solito 20 aprile – hanno festeggiato la nascita di Hitler al locale Never Done di Besnate. Militanti dai 18 ai 50 anni, pinte di birra, braccia tese. Un appuntamento fisso, il compleanno del Fuhrer. Dal 2013. La prima festa si svolse sotto il tendone dell ex scalo ferroviario di Malnate affittato ai nazi dall’associazione “I nostar radiis”, vicina alla Lega. “Il giorno dopo sono venuti a pulire tutto”, ricordam oggi il gestore Dino Macchi, ex assessore alla cultura a Vedano Olona. E i “sieg heil”? E gli insulti agli “schifosi ebrei”? E le legnate promesse agli immigrati dai “sergenti” finiti sotto inchiesta e daspati per violenze e razzismo da stadio? “Molti si girano dall’altra parte. Noi ci rivolgiamo alle istituzioni: possibile che una formazione nazista faccia tranquillamente propaganda sul territorio?” – chiede Gennaro Gatto, dell’Osservatorio sulle nuove destre.

A Caidate qualcuno ha protestato invocando l’intervento della magistratura. “Perché nessuno si muove? E’ una vergogna – dice Roberta Nelli che gestisce il circolo Caidate 1912 -. Fanno proseliti negando o esaltando l’Olocausto”. Romeo Riundi,  medico di base, fa parte del comitato “Cittadini per Sumirago”. Lo ha scritto in una lettera pubblica: “Vi rendete conto di cosa sta succedendo a Caidate?”. Cose dell’altro mondo, dicono. La storia che rinasce sulle macerie, profanando le ferite incise sulla pelle di chi ha conosciuto l’orrore. Qui c”è un Sole Nero che non si eclissa e la sua aurora è una runa di legno.

(7 dicembre 2016)

 

Naziskin, “sciogliete la comunità del Varesotto che nega l’Olocausto”: l’interrogazione di Pd e Sel ad Alfano

Politici e associazioni antifasciste schierate contro Do.Ra: “Fate applicare le leggi dello Stato sui reati di apologia di fascismo e nazismo”

Un’interrogazione al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, per chiedere lo scioglimento dell’associazione neonazista Do.Ra. (Comunità militante dei dodici raggi), attiva da qualche anno in provincia di Varese. E poi appelli alla magistratura, affinché intervenga su una realtà definita, sia dall’Anpi che dal Comitato lombardo antifascista, “inquietante”. Dopo la denuncia di Repubblica – che ha raccontato la più numerosa e organizzata comunità nazionalsocialista italiana, un gruppo che da anni fa apologia di fascismo, nega la Shoah ed è apertamente razzista – politica e associazioni antifasciste si sono attivate: i parlamentari del Pd Emanuele Fiano, Daniele Marantelli ed Eleonora Cimbro presenteranno un’interrogazione al ministro Alfano. Stessa istanza anche da parte del deputato di Sel, Giovanni Paglia, che si è rivolto al ministro per chiedere lo scioglimento della fomazione neonazista.

VIAGGIO NELLA COMUNITA’ DEI DODICI RAGGI

Si chiede come sia possibile che una formazione dichiaratamente antisemita, xenofoba e razzista – e che esibisce una simbologia mutuata direttamente dal Terzo Reich, i dodici raggi sono quelli del ‘sole nero’ caro al gerarca nazista Heinrich Himmler – possa agire indisturbata continuando a fare proselitismo e a organizzare iniziative in aperto contrasto con i principi sanciti dalla Costituzione e con le leggi Scelba e Mancino. E’ dal 2013 – un anno dopo la loro nascita – che i Do.Ra. si mobilitano per allestire feste e raduni per celebrare l’anniversario della nascita di Adolf Hitler: eventi che vanno in scena nel silenzio e nell’indifferenza più o meno diffusa delle istituzioni. Adesso al governo e alla magistratura si chiede di intervenire.

“Siamo preoccupati per il rifiorire di movimenti neonazisti e neofascisti nel cuore dell’Europa e nel nostro Paese, movimenti che si contrappongono ai valori della libertà, della solidarietà, della pace, della tolleranza, su cui è fondata la nostra civiltà – dice Roberto Cenati, presidente dell’Anpi provinciale di Milano – La situazione che si è creata nel Varesotto con il gruppo neonazista Do.ra. è inquietante e allarmante. Mentre riteniamo indispensabile sviluppare, per contrastare i rigurgiti neofascisti e neonazisti, una vasta controffensiva sul piano ideale, culturale e storico, chiediamo alle istituzioni, alle pubbliche autorità, alla magistratura di intervenire energicamente contro questo gruppo neonazista varesotto, che si pone al di fuori delle regole della nostra democrazia e della convivenza civile”.

L’ultima azione dei Do.Ra. risale a quattro giorni: alcuni militanti sono saliti al monte San Martino per profanare il sacrario dedicato ai partigiani che lassù combatterono contro le SS naziste (la battaglia del San Martino, del novembre del 1943, alla quale parteciparono numerosi combattenti milanesi, costituisce uno dei primi e significativi esempi di opposizione all’occupazione nazifascista e viene  ricordata come l’episodio che diede inizio alla lotta partigiana nel Nord Italia). Hanno portato una runa nazista di legno, lasciato una corona di fiori e posato per delle foto.

“Un’azione oltraggiosa e ignobile che si pone in aperto contrasto con i principi su cui si fonda la Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza – attacca l’Anpi – E che offende i combattenti e i caduti della battaglia del Monte San Martino, tra cui il colonnello Carlo Croce, insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria”. Forte indignazione, e una richiesta di intervento alla magistratura, arriva anche dal Comitato lombardo antifascista. “A Caidate c’è una comunità di nazisti che vive barricata sotto regole militari. Negano l’Olocausto e fanno iniziative che non lasciano nessun tipo di dubbio sulla loro ideologia. Ci chiediamo come tutto ciò possa avvenire in modo indisturbato sotto gli occhi di intere comunità di cittadini. Chiediamo ora alle autorità che venga fatta immediatamente luce su questa associazione e su questo scempio alla memoria e alla democrazia. E che vengano fatte applicare le leggi dello Stato sui reati di apologia di fascismo e nazismo”.

(8 dicembre 2016)