15 Gennaio 2017

Negozio di abbigliamento di Reggio Emilia usa Adolf Hitler come testimonial

Fonte:

Il Resto del Carlino

Autore:

Luca Soliani

«Comprate felpe», firmato Hitler

Pubblicità choc a Reggio Emilia

Il dittatore come testimonial. «E solo una provocazione»

LA CRISI frena gli acquisti? I saldi faticano a decollare? I maghi del marketing consigliano con forza di affidarsi a un testimonial d’eccezione per invogliare i consumatori a comprare. Detto, fatto. Il Manhattan Military Shop’ di via Guido da Castello, in pieno centro storico a Reggio Emilia, ne ha scelto uno che forse ben difficilmente riuscirà a incrementare gli affari, ma di sicuro farà discutere: Adolf Hitler. E infatti sono già numerose le segnalazioni di cittadini indignati, appena poche settimane dopo il caso dei calendari di Mussolini apparsi in vendita nelle edicole del centro.

LA PUBBLICITÀ choc è stata postata ieri di buon mattino sul profilo facebook ufficiale del negozio, specializzato nella vendita di ‘articoli militari-outdoor-survival -streetwear-freetime’, come spiegano gli stessi gestori. «Quando nei negozi normali vicino alla roba in saldo, vedi la nuova collezione primavera-estate con fuori -5 e la neve», recita la scritta accanto alla foto di un Hitler con espressione scocciata, «ma poi ti ricordi che nel tuo negozio di fiducia sanno bene che l’inverno dura tre fottutissimi mesi e che fino a marzo puoi comprare maglioni, felpe, pile, giacche, ecc…», conclude con espressione soddisfatta il Führer. Come se non bastasse, nell’immagine è stato inserito il simbolo del negozio con tanto di nome. «Buongiorno e buon sabato di shopping soleggiato a tutti!», il commento «divertito» dei titolari del profilo facebook. «Una meme così di primo mattino è volutamente provocante (ma forse volevano dire provocatoria, ndr) perché ditemi… che senso ha?».

IMPOSSIBILE trovare una risposta. E poi colgono subito l’occasione per pubblicizzare i nuovi prodotti arrivati in negozio. Come se fosse tutto normale. Addirittura alcuni clienti hanno cliccato il loro like. Dato per assodato che la vicenda non rientra nel reato di apologia del fascismo e nazismo’, certo è che si tratta di una pensata di pessimo gusto. E questo basta e avanza.