4 Novembre 2015

Motti di Benito Mussolini sulle bustine di zucchero

Fonte:

Corriere della Sera edizione di Milano

Autore:

Marco Mologni

I discorsi di Mussolini stampati sullo zucchero Rabbia del sindaco pd

Besana, affari d’oro per il caffè

BESANA IN BRIANZA Chi osa vince; molti nemici, molto onore; grazie a Dio sono italiano. Insieme alla tazzina del caffè, al bar «Number 1» di Besana in Brianza servono i motti del duce. Stampati sulla bustina dello zucchero, da una parte, ci sono gli slogan fascisti più celebri, dall’altra immagini altrettanto note di Benito Mussolini con l’elmetto e la tenuta da combattimento, avvolti dalla fascia tricolore. Impossibile non notarli. E, se proprio li vuoi evitare, non hai scelta: devi bere il caffè amaro. L’idea è venuta a Erich Motto, 38 anni, uno dei baristi più noti a Besana. Uomo di destra, ma anche spirito goliardico, si è fatto spedire direttamente da Predappio 1,5 chili di bustine con i motti mussoliniani. E, senza fare particolari annunci, le ha appoggiate sul bancone del bar, dove da tempo fanno bella mostra di sé il busto del duce, le bottiglie di vino imbottigliato a Villa Mussolini e il calendario fascista, che ancora conta gli anni dal giorno della marcia su Roma. Ciò che ha stupito lo stesso barista è il successo dell’iniziativa: in due giorni, tutte le bustine — ed erano migliaia – si sono volatilizzate. Suscitando un vespaio nel piccolo paese di poco più di i5mila abitanti. Così il commerciante, che oltre a essere un ammiratore del duce ha il fiuto degli affari, ne ha subito ordinate altri 3o chili. «Sono di destra e ho sempre avuto un debole per Mussolini – ammette Motto —. Ma non sono un nostalgico. Non sono affatto convinto che il regime fascista debba tornare e amo la democrazia». «Tuttavia — prosegue la madre Licia Gallenda — in famiglia da sempre abbiamo un’ammirazione per Benito Mussolini. Credo che i valori di destra siano vincenti. E poi c’è un fatto: ancora oggi, in Italia, l’eredità lasciata dal fascismo è vivissima». Non la pensa così il sindaco, Sergio Cazzaniga (Pd), che ha stigmatizzato l’iniziativa: «Scherzare sulla storia e su un personaggio che ha portato alla morte tante persone e alla rovina l’Italia non mi pare opportuno. E il fatto che l’iniziativa abbia pure avuto successo, mi inquieta e mi rende triste. E mi pare anche una trovata sbagliata: temo che quel bar perderà una grossa fetta di clienti». Ancora più dura la presa di posizione della sezione locale dell’Anpi: «In Italia – — protesta la presidente Sonia Pozzi — esiste una legge che definisce un reato l’apologia del fascismo. Chiediamo dunque che quelle bustine siano rimosse. Tanto più che si trovano in un luogo pubblico. Trovo che una simile iniziativa sia preoccupante». Ma Erich Motto ha fatto spallucce. Ed è pronto alla replica: «Se pensano che il mio bar sia un covo di estremisti e di repubblichini si sbagliano proprio. In questo locale accogliamo tutti. Lo frequentano tanti “compagni” anche di estrema sinistra. E tra i miei clienti ci sono numerosi stranieri. Sono i benvenuti. Infine, non mi pare che i clienti siano diminuiti, anzi». E il dibattito si è acceso anche all’interno del bar. Con i clienti divisi tra chi scuote la testa e chi invece plaude alla trovata: «Continuerò a frequentare questo locale perché mi piace e trovo tutti i miei amici — spiega Franco Arosio, pensionato con militanza partigiana — ma scherzare su Mussolini e sulla guerra mi pare inopportuno». «Conosco poco la figura di Mussolini — aggiunge Alexandra Helgiu, una giovane di origini romene. Ma posso dire che in questo bar, io e i miei amici, ci siano sempre sentiti benaccolti». «Sono un uomo di destra — prosegue Alberto Rossini -. E l’iniziativa di diffondere i discorsi del duce suscita il mio entusiasmo». Il successo di questa mia iniziativa – riflette Erich Motto — dimostra che la gente ha bisogno di ordine, sicurezza e legalità. E le istituzioni non sono in grado di offrirle. Il fascismo non tornerà perché in un piccolo bar della Brianza si diffondono le frasi del duce, ma è tempo di dare una risposta a chi non si sente sicuro nemmeno nell’intimità della sua casa oppure non ha lavoro o manca la salute e lo Stato non ha nessuna risposta».