15 Aprile 2016

Minacce antisemite contro Angelo Pezzana

Fonte:

La Stampa edizione di Torino

Autore:

Andrea Rossi

Minacce antisemite al libraio pro Israele

Pezzana: non voglio risarcimenti da queste persone

«Le cartacce che ospita la sua bottega di merda prenderebbero fuoco molto facilmente. Questi posti andrebbero bruciati con il ratto dentro». La bottega era la libreria Luxemburg, di piazza Carignano, una delle più prestigiose e frequentate di Torino. Il ratto, invece, era Angelo Pezzana, il titolare, fondatore dell’associazione Italia-Israele. Questo messaggio, apparso su Facebook due anni fa, è costato un’accusa per istigazione a delinquere e minacce aggravate dalla finalità di odio razziale verso il popolo ebraico a due anarchici, Luigi Giani e Riccardo Sotgia. Pezzana li ha denunciati nel 2014. Temeva per la libreria di cui all’epoca era proprietario. Aveva già ricevuto minacce, nel 1988. Alessandro Galante Garrone, su La Stampa, aveva scritto che quando una libreria finisce sotto attacco non è mai un buon segno per la democrazia. Ma le minacce erano state sottovalutate finché un attentato incendiario aveva pressoché distrutto la Luxemburg. Gli autori non sono mai stati identificati, ma il precedente ha spinto Pezzana a sporgere denuncia nel 2014. Non si è costituito parte civile: «Non voglio risarcimenti da queste persone». Ieri però ha deposto al processo. Ha ricordato i fatti. «In occasione di due spettacoli di Mito i centri sociali avevano inscenato proteste contro Israele. Allora noi avevamo organizzato un volantinaggio in piazza, io avevo scritto un articolo ricordando che in Germania, quando il nazismo aveva preso il potere, aveva scatenato una campagna contro i negozi gestiti dagli ebrei». I centri sociali non avevano gradito e avevano cercato di ostacolare i banchetti, ma erano stati tenuti a distanza dalla Digos. Poi erano arrivati i post su Facebook; gli autori, oggi imputati, erano tra i partecipanti alle manifestazioni. Pezzana da anni si occupa della questione Israele. Dirige un giornale on line, «Informazione Corretta», che analizza il modo in cui i media raccontano il Medio oriente. «Difendo le ragioni di Israele, anche se non sono ebreo. Queste persone, invece, hanno un’idea a senso unico del concetto di libertà d’espressione».