22 Luglio 2016

Milo Hasbani, presidente assieme a Raffaele Besso della Comunità ebraica di Milano, critica le recenti dichiarazioni dell’esponente del Caim Hamza Roberto Piccardo

Fonte:

Moked.it

Autore:

Daniel Reichel

Qui Milano – Dopo le parole dell’esponente del Caim

“Come ebrei difendiamo la libertà di culto,

ma per gli ignoranti non c’è spazio”

“Quelle parole denotano l’ignoranza di chi le ha scritte”. Così Milo Hasbani, presidente assieme a Raffaele Besso della Comunità ebraica di Milano, sulle dichiarazioni dell’esponente del Caim Hamza Roberto Piccardo. Quest’ultimo nelle scorse ore ha pubblicato sui social network un post in cui inneggiava alle recenti azioni del presidente turco Recep Erdogan, protagonista di una feroce campagna di epurazioni interna (oltre 60mila persone incarcerate o allontanate – dai giudici agli insegnanti) dopo il fallito golpe della scorsa settimana. Per Piccardo “il partito AKP [il partito di Erdogan, ndr] che ha tra il 48 e il 52% dei consensi (insieme agli altri partiti) ha sconfitto un tumore interno al Paese e allo Stato. Un tumore originato da una sudditanza imperialista e sionista che aveva prodotto le sue metastasi nei corpi separati dello Stato”. “Non mi pronuncio nello specifico sulla situazione turca ma queste esternazioni dimostrano già di per sé l’ignoranza di chi le ha scritte”, afferma Hasbani, la cui moglie ha una parte della famiglia in Turchia. “Sono molto preoccupati di quanto sta accadendo. La Comunità ebraica lì è molto integrata e la virata verso il radicalismo islamico dei vertici li spaventa”. “La loro vita in ogni caso è lì. Per loro andare via dalla Turchia è impensabile”, continua il presidente che poi torna sulla questione Piccardo. Il figlio (che ha esternato posizioni simili al padre, in favore della repressione di Erdogan) infatti è alla guida del Caim, a cui l’amministrazione di Milano in passato – prima che l’iter fosse bloccato – aveva pensato di affidare la costruzione della moschea cittadina. “Come abbiamo già ribadito sia io sia Besso – sottolinea Hasbani – noi siamo non solo favorevoli ma difendiamo la libertà di culto. Non siamo contrari a una moschea ma deve essere chiaro che gli interlocutori dell’amministrazione non possono essere persone che incitano all’odio”.

Un’eventuale riassegnazione della costruzione della moschea da parte della nuova giunta milanese guidata da Giuseppe Sala al Caim, viste le posizioni dei suoi esponenti più di spicco, sarebbe un segnale preoccupante per la Comunità ebraica. Il presidente della Keillah milanese sottolinea poi la mancanza di ogni fondamento rispetto alle deliranti affermazioni complottiste di Piccardo che parla di “sudditanza sionista” da parte di corpi dello Stato turco (quelli che hanno compiuto il golpe). “Israele recentemente, con molta fatica e prima di quanto accaduto la scorsa settimana, ha lavorato per cercare di ristabilire dei rapporti diplomatici con Ankara”. Gerusalemme ha infatti siglato a metà giugno con i turchi un accordo che pone fine un lungo periodo di crisi diplomatica tra i due paesi, iniziata con la vicenda della Mavi Marmara. L’auspicio di molti era che questa intesa potesse essere il segno di un’apertura del governo Erdogan, ma i fatti della scorsa settimana dimostrano il contrario. ““Per me questo spregio della libertà di pensiero e di vita per migliaia di turchi è inaccettabile e lo condanno senza sconti. Non approvo un golpe, ma chi approva quello che succede in Turchia sta dalla parte della violenza e della dittatura”, ha sottolineato Emanuele Fiano, deputato Pd e già presidente della Comunità ebraica di Milano.