15 Febbraio 2014

Militanti italiani della destra radicale in Siria a sostenere il regime di Bashar Assad

Fonte:

Corriere della Sera

Autore:

Davide Frattini

Quelle visite di solidarietà in Siria

L’internazionale nera con Assad

Gli italiani: “Combattono anche per noi contro il terrorismo”

Gerusalemme – «Qualcuno propone di prendere dei falafel. In fondo la vita continua». Così finisce il racconto della prima giornata a Damasco per il gruppo di italiani che ha deciso di visitare la Siria proprio nei giorni di un possibile bombardamento americano. È il 3o agosto dell’anno scorso, resteranno nel Paese per quasi due settimane.

Il viaggio è stato organizzato dal Fronte europeo per la Siria, tra i partecipanti c’è Giovanni Feola che dell’organizzazione è il responsabile a Roma ed è stato candidato per Casa Pound alle elezioni amministrative nella capitale. Un altro italiano, Matteo Caponetti, coordina le azioni del movimento anche all’estero: è tra gli attivisti dell’associazione Zenit, che sul suo sito esalta lo scrittore francese Robert Brasillach e «la gioia di essere fascista fino alla morte» o Corneliu Codreanu con le sue Guardie di ferro rumene «perché ha incarnato la lotta per il suo popolo racchiudendo in sé un amore incondizionato per la propria terra». Adesso è Bashar Assad il paladino della difesa nazionalista scelto dalla destra radicale. «Nessuno può toccare la Siria. In Siria combattono anche per voi. In Siria un intero popolo sta difendendo la sua sovranità contro il terrorismo e la propaganda dei media», recita il manifesto del Fronte. Sono le stesse parole usate dal presidente e dal governo di Damasco fin dall’inizio della rivolta quasi tre anni fa. Così la filiale greca del movimento parla dell’intervento di America, Turchia, Israele e di «mercenari arabi che vogliono scatenare la pulizia etnica delle minoranze».

Proclami che non danno retta alle denunce delle organizzazioni umanitarie: il massacro dei manifestanti disarmati e l’uso della fame (civili intrappolati senza cibo) come arma di guerra. Le accuse dell’Onu: il regime ha commesso crimini di guerra. II rapporto sull’uso delle armi chimiche. Per il Fronte la versione dei fatti è solo quella di Bashar. Alla fine di gennaio nella capitale siriana è arrivata dal Belgio una delegazione che ha incontrato «la giovane patriota Anan Tello», ha oil compito di diffondere la verità sugli attacchi terroristici».

Feola ripete che il movimento non è politico, non vuol sentir parlare di «internazionale nera»: «L’iniziativa è nata in modo spontaneo su Internet, ha messo in contatto persone interessate alla cosiddetta primavera araba con i siriani che risiedono da molti anni in Italia. Raccogliamo fondi per aiutare la popolazione in difficoltà». Eppure alla manifestazione di solidarietà organizzata a Roma il 15 marzo dell’anno scorso ha par: tecipato il gruppo Rinascita nazionale polacca, che l’Anti-Defamation League considera di matrice nazista. Ai convegni ospitati da Casa Pound per «contro-informare» interviene Gabriele Adinolfi, ideologo dell’estrema destra e fondatore negli anni Settanta di Terza posizione. «Abbiamo invitato anche Fernando Rossi, ex senatore dei Comunisti italiani», spiega Feola. Antimperialismo e antisionismo affratellano in questo caso destra e sinistra radicale. «Per realizzare il proprio dominio sull’intero pianeta, la grande finanza ha bisogno di distruggere le nazioni, la loro sovranità, la loro cultura e la loro forza militare ed economica», scrive Rossi in un commento intitolato «Grazie Siria!».

Anche senza essere affiliati al Fronte europeo, gruppi considerati neo-nazisti hanno visitato i palazzi del potere e incontrato i ministri del governo. Lo scorso giugno i polacchi di Falanga — promulgano l’idea di togliere la cittadinanza agli ebrei — hanno visto Faisal Mekdad, il viceministro degli Esteri e numero due della delegazione alla conferenza di Ginevra, i negoziati che non riescono a trovare una soluzione al conflitto.

La rivista Vice ha scritto che l’organizzazione greca Mavros Krinos (Giglio nero) sta inviando mercenari a Damasco per combattere a fianco delle milizie del regime, sostiene che la fazione fascista faccia parte del Fronte europeo. «È solo un tentativo di mistificare e intorpidire le nostre iniziative che sono solidali, culturali e politiche — replica Feola —. Accusano noi di essere mercenari per nascondere i 32 mila miliziani di 82 differenti nazionalità indottrinati dall’Islam fondamentalista. C’è chi vuole immaginare una trama nera sovversiva per screditarci».