30 Dicembre 2017

Milano, manifestazione anti Israele con minacce agli ebrei

A Milano minacciano: “Ebrei ricordatevi il massacro di Khaybar”

<Milano, 9 Dicembre 2017, sedicente manifestazione per la Palestina in Piazza Cavour. All’improvviso parte un coro dai partecipanti: Ya Yahud, jaish Muhammad saya ‘ud. Ebrei, l’armata di Maometto ritornerà. Come Comunità abbiamo ricevuto tanti attestati di solidarietà, tra i primi l’Anpi provinciale. Per così dire, ringraziamo, ma non ci basta. Chiediamo all’amministrazione comunale e al nostro Sindaco, di escludere da ora in avanti le sigle organizzatrici di quella squallida manifestazione, da qualunque incontro democratico, e dalla concessione di spazi o suolo pubblico. Il fascismo, comunque mascherato, va fermato sul nascere, prima che diventi un’abitudine, quasi un luogo comune col quale convivere. Noi la pensiamo così. La Comunità Ebraica di Milano>.Questo il comunicato emesso dalla CEM.

Mentre i milanesi si godevano l’attesa delle feste natalizie e le vie dello shopping erano vivaci e affollate, in piazza Cavour, nel cuore della città, il 9 dicembre, arabi e sostenitori pro-Palestina hanno minacciato gli ebrei: “Khaybar, oh ebrei, l’armata di Maometto ritornerà”. L’occasione era quella di protestare contro la decisione di Trump di annunciare lo spostamento dell’ambasciata americana a Gerusalemme “capitale di Israele”, ma lo slogan urlato dai manifestanti ha un destinatario più specifico: noi, gli ebrei.

In arabo suona così: “Khaybar, Khaybar, ya yahud, jaish Muhammad saya’ud!” e si riferisce, nella tradizione islamica, alla strage di Khaybar perpetrata dall’esercito di Maometto nel 628, quando quasi tutti gli ebrei maschi dell’oasi di Khaybar furono trucidati e le donne e i bambini presi come schiavi.

«La Comunità ebraica di Milano – dicono i presidenti Milo Hasbani e Raffaele Besso – si aspetta una presa di posizione e una condanna da parte del Sindaco Giuseppe Sala per le parole che sono state usate durante la manifestazione: Ebrei a morte! gridate in arabo. Ringraziamo le forze dell’ordine, la prefettura e la questura per l’impegno e il lavoro svolto».

Perché ne parliamo solo ora? Perché quella che era sembrata una pacifica sebbene insulsa manifestazione, che non aveva coinvolto più di 200 persone, in gran parte arabi o islamici, con qualche sostenitore dei soliti centri sociali, è stata ripresa in un video – diffuso in questi giorni – che ha consentito di ascoltare quel messaggio di violenta minaccia fisica agli ebrei, a tutti gli ebrei.

Durante i pogrom nelle mellah di Aleppo, Damasco, Tripoli… è stato scandito per spaventare e cacciare gli ebrei, negli anni Cinquanta e Sessanta; ma viene usato anche oggi, come grido di battaglia quando si attaccano ebrei o israeliani, da Hamas, Hetzbollah, Isis, Iran e terroristi annessi.  È stato, ad esempio, cantato sulla nave Mavi Marmara della “flottiglia per Gaza” nel maggio 2010.

«Il più grave episodio di antisemitismo in Italia da molti anni». Così ha scritto il giornalista de Il Foglio, Giulio Meotti, il 28 dicembre in un lungo articolo. «Questo non deve passare. Altrove è diventato un caso internazionale, qui in Italia non ne ha parlato nessuno. Quel grido significa questo: “Uccidi l’ebreo”. Chi ha il potere deve usarlo per impedire che succeda di nuovo. Siamo a Milano, “manifestazione per la Palestina” in piazza Cavour. Lì è risuonato lo stesso terribile slogan di “morte agli ebrei” che usano Hamas, Hezbollah, Al Qaeda, l’Isis, l’Iran. Un coro fragoroso ripetuto otto volte.

Ci aspettiamo che chi di dovere intervenga quanto prima per condannare senza fraintendimenti questo gravissimo atto di antisemitismo».

E Yoram Ortona, profugo dalla Libia:  «Io non tremo. Avevo 14 anni quando passai in mezzo a una folla inferocita che gridava “a morte gli ebrei” e dopo 50 anni nella mia città, Milano, ancora le stesse urla. Chi pensa che il mondo sia cambiato da questo punto di vista, ha sbagliato completamente e non si rende conto della realtà! Tutto ciò accade sotto il completo silenzio della nostra amministrazione comunale».

Sulla manifestazione è intervenuto il Presidente del Keren Hayesod di Milano Andrea Jarach.

Una società civile e sana non può tollerare gravissimi episodi di antisemitismo come quelli avvenuti in Piazza Cavour Chiedo, come cittadino interessato ai fatti, oggetto delle minacce verso gli ebrei (yahud) in piazza Cavour a Milano, documentate da questo filmato, una ferma presa di posizione delle autorità cittadine, regionali e dello Stato. In particolare mi rivolgo al sindaco Beppe Sala, che ovviamente non può passare sotto silenzio queste minacce. E naturalmente al nostro prefetto Lamorgese. Sono certo che ambedue faranno chiaramente comprendere che la città di Milano e il popolo italiano non possono accettare incitamenti antisemiti come non si sentivano dalla sconfitta del fascismo settanta anni fa. Qualora non vi fossero chiare prese di distanza consiglierei ai rappresentanti dell’Ucei (Unione Comunità ebraiche) e della Comunità Ebraica milanese di astenersi da cerimonie pubbliche il prossimo Giorno della Memoria. È infatti impossibile che tutti si stringano alla Comunità Ebraica il 27 gennaio ma tollerino incitamenti antisemiti. Antisemiti e non solo antiisraeliani. Prima che dalle parole qualche terrorista passi ai fatti, le forze dell’ordine intervengano.

Anche Roberto Cenati, presidente Anpi provinciale Milano, ha espresso la sua solidarietà alla comunità ebraica: «Esprimo la mia profonda esecrazione per l’odioso episodio antisemita avvenuto a Milano il 9 dicembre scorso durante una manifestazione organizzata da sedicenti gruppi filo-palestinesi. È risuonato lo slogan jihadista “ebrei, l’armata di Maometto ritornerà”. Tutto ciò costituisce il più grave episodio di antisemitismo in Italia di questi ultimi anni.

Nel manifestare la mia profonda solidarietà e quella dell’ANPI provinciale di Milano, riaffermo la nostra intenzione di avviare, insieme alla Comunità Ebraica di Milano, una grande iniziativa nel corso del 2018, anno nel quale ricorrerà l’ottantesimo anniversario delle famigerate leggi antisemite emanate dal regime fascista, per contrastare la preoccupante deriva antisemita».