19 Luglio 2017

Il leader della Lega auspica la cancellazione della legge Mancino

Fonte:

Corriere del Veneto Venezia Mestre

Autore:

Gloria Bertasi

In spiaggia Salvini sta con Gianni

«Il Duce? Passato che non torna»

 Sottomarina, tra selfie e cori la solidarietà del leader del Carroccio al gestore

VENEZIA C’erano tutti, i fedelissimi di Playa Punta Canna con le t-shirt «Io sto con Gianni», le donne del comitato No gpl a Chioggia a perorare la causa ambientalista, alcuni sostenitori del Carroccio con tanto di bandiere ma soprattutto, ieri alle 10.30 a Sottomarina, c’erano tanti nostalgici che, alla spiaggia «dell’ordine e del rigore» e delle effigie del Duce, vanno perché ne condividono lo spirito. «Se la prendono con il nostro Gianni ma la vogliamo la verità? Sotto di lui (Mussolini, ndr) si stava meglio», tuonava una signora imbellettata che, alla vista dell’auto blu con a bordo il leader del Carroccio Matteo Salvini, si è lanciata in cori e applausi, trascinando la piccola folla di fan. Ieri, come preannunciato sui social, il numero uno della Lega era in Veneto per una serie di incontri (pranzo a Conegliano con Luca Zaia, a seguire visita a H-Farm a Roncade e alla Texa di Monastier «per imparare dalle aziende che funzionano», ha spiegato) ma, non appena messo piede nella nostra regione, Salvini è corso alla spiaggia, ormai nota in tutta Italia, per lo scandalo delle immagini e dei mottetti fascisti affissi un po’ ovunque nello stabilimento. Il gestore, Gianni Scarpa, già finito qualche anno fa nell’occhio del ciclone per insoliti cartelli di benvenuto («qui non entrano bambini e buzzurri») e per il suo rigore contro venditori ambulanti, più o meno abusivi, ora è indagato per apologia di fascismo e la Prefettura di Venezia gli ha intimato di rimuove i cartelli filo-ventennio (un bustino del Duce sopravvive però dietro un bancone). «Non è una visita politica – ha detto Salvini – sono qui a sostenere un’attività che dà lavoro a molte persone». In realtà, ieri, la politica ha sotteso tutta la visita di Salvini («Se c’è un leader del centrodestra, sono io», ha detto tra il serio e il faceto) che, dopo uno scambio privato di battute con Scarpa, ha arringato una cinquantina di curiosi e bagnanti. «Nel 2017 Procure e Parlamento hanno ben altro da fare che prendersela per qualche cartello o accendino con il Duce – ha commentato – la legge Mancino è folle, va cancellata». Per Salvini, il fascismo fa parte della storia ma non c’è da preoccuparsi: «È un passato che non tornerà, le idee non vanno processate. Se poi vogliamo fare il triste giochino dei morti sulla coscienza, sulle bandiere rosse c’è probabilmente più sangue». L’occasione, a dir poco ghiotta, di aver Salvini al suo fianco, ha spinto Scarpa (che nemmeno provava a mimetizzare un pendente al collo con il profilo di Mussolini) a lasciarsi andare: «La legge sulla tortura è una vergogna, i poliziotti devono poter manganellare, non una, tre volte gli spacciatori». E Salvini: «Le coste vanno chiuse con un blocco navale, lo ius soli, per me, è morto». Immediato l’eco del pubblico, «mandiamo Schettino così affondano tutti». A margine di mille selfie, ieri Salvini ha promosso i referendum per l’autonomia del Veneto e di separazione di Venezia in due Comuni distinti. «L’autonomia è fondamentale – ha detto -, il sindaco Luigi Brugnaro ha cambiato idea sul voto ma è assurdo tenere insieme due realtà diverse, come sono Mestre e Venezia».