23 Gennaio 2018

Intervista alla Presidente Ucei Noemi Di Segni

Fonte:

Avvenire

Autore:

Paolo Ferrario

Di Segni: indifferenza e odio ci sono ancora

La presidente dell’Ucei: qualcosa sta mancando nella trasmissione dei valori

DALL’INVIATO A CRACOVIA Venire nei luoghi dello sterminio di massa per rafforzare la nostra idea di Paese democratico e libero. Ecco, secondo la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche in Italia (Ucei) Noemi Di Segni, il senso profondo del «Maggio della memoria» promosso dal Miur ad Auschwitz, viaggio a cui lei stessa partecipa.

Una delle parole più ricorrenti nei racconti dei sopravvissuti è «indifferenza». C’è ancora oggi, secondo lei?

Si assolutamente sì. Lo percepiamo quotidianamente quando leggiamo di episodi di razzismo, che esistono sia nei confronti della popolazione ebraica o di Israele, sia di situazioni che riguardano gli immigrati o altre fasce colpite da discriminazione, di cui la nostra Italia non è immune.

Neppure la morte riesce a scuoterci.

Ormai siamo abituati a vedere in tv gli immigrati in mare, i barconi, e ogni giorno riceviamo notizie di morti. Per noi sono numeri e non ci viene di chiederci: che cosa posso fare per cambiare le cose?Pensiamo che sia un problema più grande di noi. Ma dietro ogni numero c’è una persona, un essere umano, c’è una vita. Se lo capiamo forse qualcosa possiamo fare, perché ci sono situazioni dove si può non essere indifferenti; ma per farlo dobbiamo essere molto più attenti. Io lo percepisco sulle questioni ebraiche: pochi giorni fa a Milano durante una manifestazione si è risentito «Morte agli ebrei»; e nessuno è intervenuto.

Perché, secondo lei?

Perché non si percepisce il quadro costituzionale di valori al cui interno si svolge la convivenza. Qualcosa manca nella trasmissione di valori, una cornice di riferimento precisa e forte per chi vuole inserirsi in questo Paese e per chi ci vive e lo dà per scontato. Oppure vive, come purtroppo è la condizione di tanti giovani, con un senso di nichilismo, di mancanza di futuro. Questi giovani allora cercano di riempire il vuoto ricorrendo a simbologie del passato di cui, magari, non sanno nulla.

Come intervenire per contrastare questi fenomeni?

Noto una debolezza del sistema delle leggi e dei provvedimenti della magistratura, chiamata ad essere consapevole di questi fenomeni. Si deve capire quale tipo di antisemitismo abbiamo di fronte, perché si tratta di un fenomeno con molte facce. C’è quello di matrice antigiudaica della Chiesa; sono nicchie ma ci sono, per quanto le posizioni ufficiali siano di dialogo e di conciliazione. Anche in Italia c’è poi un antisemitismo di matrice terroristica islamica, un altro della destra che utilizza la simbologia neofascista ed esiste pure un antisemitismo di sinistra che sovrappone l’ebraismo alle critiche ad Israele. Tutto questo vuole dire che l’odio c’è ancora. Una candidata al prossimo Parlamento per i Cinque Stelle (ma ci sono posizioni analoghe in altri partiti) ha appena negato l’esistenza dei campi di concentramento, scrivendo su Twitter che sono invenzioni degli ebrei. Ma come pub un futuro deputato pensare e scrivere una cosa del genere? E come possiamo avere la certezza che, 80 anni dopo le leggi razziali, la qualità delle leggi future sia diversa? Purtroppo non l’abbiamo. Per questo la nomina di Liliana Segre a senatrice a vita è una risposta eccezionale del presidente Mattarella almeno una voce diversa ci sarà.

Teme che, come 80 anni fa, l’Italia possa diventare ostile agli ebrei?

Il nostro non è un appello per i soli diritti degli ebrei, ma a difendere la vita in Italia. L’appello alla memoria e contro l’indifferenza non è solo per riconoscere il nostro dolore, ma per avere una memoria di Paese, di identità di sé stessi. E per l’Italia tutta. Affinché non accada di nuovo.