19 Ottobre 2016

Intervista alla presidente delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni

Fonte:

La Repubblica

Autore:

Francesca De Benedetti

“Italia, la realpolitik non basta”

“L’astensione dell’Italia è un affronto alla pace e alla convivenza”, dice Noemi Di Segni che è presidente dell’Unione delle comunità ebraiche. Mentre scende da un aereo, non nasconde “un tono disperato”.

Perché l’astensione dell’Italia nel voto Unesco su Gerusalemme la scandalizza?

“Perché quella risoluzione è una mossa politica, è un documento di condanna verso Israele. Travalica la missione Unesco, e anche quella Onu, perché non aiuta la pace, anzi. È un affronto alla convivenza pacifica di popoli e religioni”.

Un voto di astensione non può essere inteso come una posizione “morbida”?

No, perché quando vengono calpestati tremila anni di vissuto, non puoi avere una posizione di mezzo. Sulla Storia non ci si può astenere: non opporsi quando viene cancellata è gravissimo.

Come si spiega questa scelta quindi?

“Magari nel gioco diplomatico l’Italia avrà anche tentato di migliorare il testo, ma se ambisce ad avere un ruolo di leadership in Europa e alle Nazioni Unite, la realpolitik non basta: bisogna mostrarsi all’altezza. Invece con mosse come questa il nostro Paese si mostra irresponsabile e miope. L’Onu, ancor di più”.

Perché?

“Perché dovrebbe risolvere pasticci come quello siriano invece di fare mosse lesioniste come questa, che rendono la pace difficile”.