2 Novembre 2015

Intervista al Presidente Ucei Renzo Gattegna sulle dichiarazioni di Tavecchio

Fonte:

la Repubblica

Autore:

Gabriele Isman

“Quell’uomo vive di pregiudizi è inqualificabile si deve dimettere”

ROMA. «È inqualificabile, dovrebbe dimettersi». Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, è di solito una persona di giudizi misurati e parole prudenti. Stavolta però le frasi di Carlo Tavecchio, numero uno della Figc, lo hanno davvero convinto a abbandonare i toni del dialogo.

Presidente, cosa non le è piaciuto di quelle frasi?

«Sono espressioni di una persona che non sa controllare cosa dice e soffre di preconcetti. E la cosa più grave è la mancanza di conoscenza della Costituzione che tutela le minoranze e la parità dei diritti tra uomini e donne. Quando si ricopre una carica di vertice in un’istituzione, si rappresenta il nostro Paese anche all’estero. E quindi le sue frasi fanno male non solo a noi, che di certo non siamo come ci definisce lui e come non voglio ripetere, ma all’immagine dell’Italia».

E quindi, cosa dovrebbe fare Tavecchio?

«Dovrebbe prendere atto con modestia della inopportunità per se stesso di restare in quella posizione. Dovrebbe semplicemente dimettersi, e comunque chi di dovere dovrebbe chiederne le dimissioni».

In tanti oggi l’hanno fatto. Ma c’è anche chi, come l’ambasciatore di Israele Naor Gilon, ha dichiarato nella stessa giornata che “Carlo Tavecchio ci ha aiutato”.

«Non ne sono a conoscenza, ma noto che il fronte delle persone che hanno espresso sdegno per le parole di quel signore è ampio. L’Italia ha maturato gli anticorpi contro l’antisemitismo e i1 razzismo, e dimostra di essere un Paese moderno. Ma c’è un altro aspetto che mi preoccupa».

Ovvero?

«Ho letto come quell’uomo si esprime anche in pubblico. Prima ha attaccato le donne, poi i giocatori stranieri e di colore, poi gli ebrei e i gay. Sono davvero stupito di una simile quantità di preconcetti».

Ha mai incontrato Tavecchio?

«No, non è capitato».

Gli stringerebbe la mano?

«Potrei farlo solo se facesse ammenda e rettificasse quanto ha detto, ammettendo di aver fatto degli errori. Non solo nei confronti degli ebrei, ma nei confronti di tutti».