13 Gennaio 2015

Intervista a Roger Cukierman, presidente del CRIF, sull’antisemitismo in Francia

Fonte:

Libero

Autore:

Leonardo Piccini

II capo delle comunità ebraiche in Francia

«I nostri ragazzi sono insultati a scuola ma verrà anche il tempo dell’azione»

La strage all’Hyper Casher di Porte de Vincennes a Parigi, compiuta venerdì scorso da Amedy Coulibaly, ha lasciato a terra quattro vittime: Yohan Cohen, 22 anni, Yoav Hattab, 21 anni, Philippe Braham, 40 anni e Francois-Michel Saada, 55 anni. Massacrati a colpi di kalashnikov, perché la loro colpa era quella di essere ebrei. Ma Coulibaly,il terrorista islamico affiliato ad Al Qaeda, voleva commettere un eccidio ancor più ripugnante, una strage degli innocenti: il suo proposito era quello di ammazzare i bambini della scuola materna ebraica di rue Gabriel a Chatillon-Montrouge. Così ha raccontato uno dei sedici ostaggi di Coulibaly all’Hypper Casher: Elie O., lo ha detto sabato a Roger Cukierman, il presidente del CRIF, il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia. Un racconto che ha commosso tutti i fedeli che si erano dati appuntamento alla sinagoga di Parigi per celebrare lo shabbat. «Questo è il tempo del pianto e del cordoglio, ma verrà presto il tempo dell’azione», ha detto ieri Haim Korsia, il grande rabbino di Francia. Da oggi, la Francia ha deciso di schierare 4.700 uomini della polizia e della gendarmerie, mobilitati a protezione delle 717 scuole ebraiche e delle sinagoghe. Oltre alla polizia, il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, ha deciso di schierare anche l’esercito e un prefetto, Patrice Latron, è stato appositamente nominato in queste ore per coordinare la sicurezza della comunità ebraica francese. In tutta la Francia, da martedì sera, saranno inoltre mobilitati 10.000 militari; una misura senza precedenti, per prevenire il rischio di nuovi attentati. « la prima volta, nella storia della Repubblica francese, che siamo costretti a mobilitare una forza di questa portata sul nostro territorio», ha detto il ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian, «ma è una proposta fatta direttamente dal presidente della Repubblica, Francois Hollande, che ha chiesto alle nostre forze armate di partecipare alla sicurezza dei punti più sensibili del territorio nazionale».

«C’é molta inquietudine nella comunità ebraica francese e alcune delle nostre scuole sono chiuse da venerdì», dice a Libero Roger Cukierman, presidente del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche francesi. «La minaccia è talmente grave che temoo ci sarà bisogno di questa protezione a tempo indeterminato. Non sappiamo, naturalmente se tutto ciò sarà sufficiente, anche perché il problema vero è la radicalizzazione dell’islam. Così possiamo solo cercare di prevenire altri gravi attentati, ma non si recide di certo, il problema alla fonte. Il vero problema rimane la radicalizzazione dell’Islam. Pensi che in occasione delle manifestazioni pro palestinesi del luglio scorso, sono stati colpiti luoghi di culto ebraici e si sono sentiti slogan del tipo: “Morte agli ebrei!”».

La sento perplesso presidente Cukierman…

«Certo, queste misure di sicurezza vanno nella direzione giusta, ma ci vogliono altre misure di fondo. Il trauma per la nostra comunità, è stato davvero terribile. Non dimentichi che siamo già stati colpiti duramente nel 2012, con un attentato alla scuola Ozar Hatorah di Tolosa, che ha causato quatto morti, di cui tre bambini, trucidati dal terrorista Mohamed Merah. Oggi però rendo omaggio alla Francia che anche se duramente colpita, ha deciso di non cadere e di rimanere in piedi. E sia oggi che domenica, la Francia ha fatto in pieno il suo dovere, perché ha deciso di non isolare la comunità ebraica».

Lei per primo già qualche mese fa, ha denunciato un clima di intimidazioni crescenti contro gli ebrei francesi.

«Guardi oggi la situazione è talmente grave che le scuole pubbliche nel nord di Parigi, non hanno più un solo alunno ebreo. Sono stati tutti cacciati a colpi di insulti e di intimidazioni. E se oggi uno studente ebreo francese dovesse andare in una qualsiasi scuola pubblica, diventerebbe subito un bersaglio. Pensi che in Francia, Twitter non ha nemmeno bloccato lo slogan “#jesuisKouachi”, dal nome dei due fratelli terroristi. In poche ore ha raccolto 21.000 adesioni. E cos’é questo se non un’incitazione al crimine, un’istigazione all’omicidio e al terrorismo?».