30 Maggio 2017

Identificate tre persone che hanno fatto il saluto romano al Cimitero Maggiore di Milano

Fonte:

Avvenire edizione di Milano

Autore:

Andrea D’Agostino

Saluto fascista,

La Digos denuncia tre persone

L’ipotesi di reato: apologia di fascismo. Tra loro anche Orlando Amendola. La diocesi: «Non è un prete cattolico né cappellano del cimitero»

Dopo una settimana di indagini, la polizia ha identificato tre persone che hanno fatto il saluto romano fatto al Campo X del Cimitero Maggiore lo scorso sabato 20, durante la cerimonia in ricordo di Umberto Vivirito (il militante del gruppo eversivo di estrema destra Avanguardia Nazionale, morto esattamente 40 anni fa durante una rapina in cui aveva ucciso un commerciante). Alla commemorazione avevano preso parte una decina di persone fra cui Orlando Amendola, sedicente sacerdote della Chiesa Cattolica polacca; e proprio ieri la diocesi ambrosiana ha precisato che «non è un prete della Chiesa Cattolica. E non ha mai ricevuto alcun incarico per essere il cappellano del cimitero». Nell’ultima settimana aveva avuto una certa eco la foto di Amendola che, con abito sacerdotale e stola viola, si era esibito nel saluto romano durante la cerimonia commemorativa; e subito sul web era partita una campagna di denuncia nei confronti dell’episodio, compresa una dura presa di posizione da parte della sezione milanese dell’Anpi, l’associazione dei partigiani, il cui segretario provinciale, Roberto Cenati, ha ricordato che Amendola aveva «addirittura definito il terrorista nero Vivirito, autore dell’omicidio di un gioielliere, “eroe della solidarietà”. Parole gravissime». Amendola, sul suo profilo Facebook, si dichiara “sacerdote vetero-cattolico” della “Chiesa Cattolica Nazionale in Polonia”. Una definizione che però non corrisponde a nessuna delle comunità “vetero cattoliche” recensite sul sito del Cesnur (Centro studi sulle nuove religioni). E ieri la presa di posizione della diocesi: Amendola, nonostante tonaca e stola, non ha nulla a che fare con la Chiesa cattolica e tantomeno è il “cappellano” del Cimitero Maggiore di Milano.