8 Marzo 2017

Ferma reazione dell’Ucei al sostegno di una sede Anpi alla proiezione di un documentario diretto da una attivista antisemita

Fonte:

Avvenire

Autore:

Paolo Ferrario

Indigna il sostegno Anpi a manifestazione antiebraica

La protesta dell’Ucei per il patrocinio alla proiezione del film “Israele, il cancro” in una scuola di Biella. Di Segni scrive al presidente Smuraglia

Milano. Ha provocato la ferma reazione dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, la programmazione, per venerdì sera in una scuola di Biella (l’Istituto superiore “Quintino Sella”), della proiezione del film “Israele, il cancro”, di Samantha Comizzoli. A scatenare la ferma reazione della presidente dell’Ucei, Noemi Di Segni, il patrocinio dato alla manifestazione dalla locale sezione dell’Associazione nazionale partigiani, “Sezione Valle Elvo e Serra “Pietro Secchia”. Così, dell’«aberrante iniziativa», Di Segni scrive, in un messaggio, al presidente nazionale dell’Anpi, Carlo Smuraglia e al presidente dell’Anpi di Milano, Roberto Cenati. Nella lettera, la presidente dell’Ucei ricorda che la regista del film è «una nota attivista antisionista e antisemita» e che i promotori della manifestazione «cercano di riversare in rete e nel mondo dei social calunnie, odio e rancore». «Il sostegno dell’Anpi a iniziative come quella che vi segnalo – scrive Di Segni a Smuraglia e Cenati – rappresenta quindi un fatto gravissimo e incomprensibile e duole ancor più nella considerazione che tale filmato divenga un’esperienza vissuta nella scuola, luogo nel quale esattamente al contrario, dovremmo coltivare i valori condivisi della tolleranza e del rispetto. L’odio è una materia facilmente infiammabile, basta davvero poco per divampare in incendio». Di certo, iniziative di questo tipo non rientrano nell’accordo per promuovere la Resistenza e la Costituzione nelle scuole, siglato da Anpi e Miur nel 2014. Un’intesa di «grandissima importanza», secondo il presidente Smuraglia, «in favore della cittadinanza attiva». Proprio per questo, sarebbe opportuno, come chiede Di Segni, «scegliere di comunicare ai nostri ragazzi un messaggio di partecipazione e fiducia».