24 Agosto 2016

Esposto in procura a Lecce per il post antisemita del segretario dell’Università islamica

Fonte:

Corriere del Mezzogiorno Bari e Puglia

Autore:

Antonio Della Rocca

Il segretario invoca

«lo sterminio per i sionisti »

Esposto in Procura

Lo “sterminio completo” per i sionisti invocato da Raffaello Yazan AbdAllah Villani, secondo l’avvocato Cosimo Yehudah Pagliara, delegato della comunità ebraica di Napoli per la Puglia e la Basilicata, è un caso conclamato di diffusione dell’odio razziale. E pertanto, perseguibile penalmente. «Un fatto grave che è stato segnalato alla magistratura competente perchè possa essere perseguito», osserva Pagliara. Villani, fino all’altro ieri, era inserito nel ruoli di massima responsabilità della Fondazione Università Islamica di Lecce, impegnata nella creazione di un proprio ateneo nel capoluogo salentino. Ed è per questo che le sue parole, scritte in un post (poi frettolosamente rimosso) su Facebook, ci hanno messo poco a rimbalzare fino in Israele, riprese dai mezzi d’informazione locali, generando irritazione e inevitabili risentimenti. «Un’altra soluzione finale, ma questa volta fatta bene, ci vorrebbe. Ma per I sionisti, solo loro, sterminio completo. Gli ebrei reali sono vittime». Frasi scritte in un italiano sgrammaticato sul profilo Facebook di Villani all’inizio di questo mese. Anche se solo in questi ultimi giorni di tali esternazioni sarebbe stato informato Giampiero Khaled Paladini, primo promotore del progetto dell’Università Islamica di Lecce, da tempo annunciato, ma rimasto sulla carta. A sollevare il caso e stato Giovanni d’Agata, fondatore dello “Sportello del diritti” che ha parlato di «incidente diplomatico sfiorato». Paladini, dopo avere preso le distanze dalle parole di Villani, ha anche annunciato di averlo sospeso dalle sue funzioni. Intanto, Cosimo Yehudah Pagliara, chiede una linea intransigente contro quella che ritiene «una violazione della legge Reale — Mancino e della legge Scelba» che puniscono la diffusione dell’odio razziale a l’apologia del fascismo. E osserva: «Tenuto conto che la Fondazione Università Islamica ha sede a Lecce, la competenza su questo caso è della Procura locale, cui mi risulta siano stati depositati alcuni esposti. Si tratta, infatti, di una vicenda piuttosto grave, quindi, ci aspettiamo che si faccia chiarezza anche sull’Università Islamica di Lecce». Il capo della Procura di Lecce, Cataldo Motta, è lapidario: «Non posso esprimermi, ma se sono stati presentati degli esposti, certamente saranno valutati». Inevitabili ripercussioni si sono avute anche nel capoluogo salentino, dove alcuni imprenditori locali hanno da tempo intrapreso un progetto di rivalutazione del luoghi dell’ebraismo ricompresi nell’antica Giudecca, meta di numerosi turisti di fede ebraica provenienti da ogni parte d’Italia e dall’estero. Michelangelo Mazzotta, che con la consulenza scientifica di Fabrizio Lelli, professore di Lingua e Letteratura ebraica alla Facoltà di Lettere dell’Università del Salento, ha creato un percorso museale nell’ipogeo di Palazzo Taurino, ribattezzato “Medieval Jewish Lecce”, non nasconde la sua preoccupazione: «Siamo sorpresi e allarmati. Ora non vorremmo che questa storia avesse delle ripercussioni sulle nostre attività e sui rapporti di amicizia con le comunità ebraiche d’Italia e del resto d’Europa».

Università islamica indietro tutta

«Troppe difficoltà addio Lecce»

La Fondazione Università Islamica inizia a valutare il suo disimpegno da Lecce, preparandosi a mettere definitivamente da parte l’idea di creare un proprio ateneo nel capoluogo salentino. «Visto che la nostra iniziativa non interessa né a Lecce, né al Salento, ce ne siamo andati a Omegna, in Piemonte, dove stiamo lavorando al nostro progetto di Università islamica con sede nell’ex stabilimento della Bialetti», annuncia Giampiero Khaled Paladini, presidente di Confime (Confederazione im-prese mediterranee) e promotore del progetto dell’Università islamica di Lecce. Un progetto, quest’ultimo, del quale si parla ormai da alcuni anni, ma tutt’oggi ancora al palo. Paladini, 57 anni, salentino di Magliano convertitosi all’Islam, vede tramontare un sogno proprio mentre scoppiano le polemiche per le recenti frasi antisioniste postate sul suo profilo Facebook da Raffaello Yazan AbdAllah Villani, responsabile dell’ufficio di segreteria della Fondazione Università Islamica di Lecce. A far desistere Paladini dai suoi propositi sono stati prima il sostanziale disinteresse del Comune di Lecce all’idea di un ateneo islamico in città, poi le difficoltà incontrate nel percorso che avrebbe dovuto portare all’edificazione dei plessi universitari. Inizialmente, l’interesse di Paladini era caduto sull’ex deposito della Manifattura Tabacchi di via Dalmazio Birago, considerato la prima scelta come sede dell’Università islamica, ma le trattative con la proprietà non ebbero l’esito sperato e l’idea fu messa da parte. Il 28 febbraio 2015, il presidente di Confime presentò pubblicamente i progetti, con tanto di immagini virtuali, da realizzare a Monteroni di Lecce, nei pressi del campus Ecotekne dell’Università del Salento, su un lotto per il cui acquisto sarebbero state anche avviate delle trattative. Fu persino annunciato per il 2018 l’avvio di tre corsi di laurea: Scienze umanistiche; Scienze agrarie ambientali e del territorio; Medicina e scienze infermieristiche. «Ad Omegna stiamo creando la sede del Dipartimento di Economia e finanza e speriamo di poter avviare le attività il prossimo anno, mentre il piano di lottizzazione su un’area di 22 ettari presentato al Comune di Monteroni, non ha avuto nessun riscontro da parte degli uffici e questo – prevede Paladini – non ci lascia ben sperare. I termini – prosegue – per la risposta alla nostra istanza sono scaduti, quindi, se dovesse arrivare, come sembra, una risposta negativa, lasceremo definitivamente il Salento per concentrarci su Omegna. La nostra fondazione non ha più nemmeno la sua sede a Lecce e abbiamo spostato tutte le nostre attività in Piemonte, avviati a Lecce sono stati sospesi – aggiunge Giampiero Khaled Paladini – perché essi potevano avere una logica se ci fosse stato un ateneo. In mancanza dell’Università e di una sua sede istituzionale, non c’e più alcun motivo per rimanere nel Salento. Ad Omegna abbiamo iniziato le attività preparatorie per il master in Diritto e finanza islamica. A Lecce – conclude – ci hanno solo fatto un anno e mezzo di tempo».