12 Settembre 2017

Ennesima aggressione antisemita in Francia

Fonte:

Le Figaro - www.crif.org

Autore:

Stéphane Kovacs

Famiglia aggredita a Livry-Gargan: la comunità ebraica si allarma

«Sappiamo che gli ebrei hanno un sacco di soldi», hanno scandito i rapinatori che venerdì hanno malmenato tre persone.

ANTISEMITISMO. «Un altro attacco antisemita! », le associazioni ebraiche sono allarmate. Un’altra «vittima dei pregiudizi antisemiti delle periferie», s’indigna il presidente del Concistoro, Joël Mergui. «La prova che gli ebrei di Francia, in strada, sono particolarmente minacciati e, da qualche tempo, anche all’interno della propria casa», aggiunge il Conseil représentatif des insitutions juives de France (Crif). E’ stata aperta un’indagine per sequestro, rapina ed estorsione con violenze, dopo l’aggressione venerdì mattina presto a Livry-Gargan (SeineSaint-Denis), di un attivista della comunità ebraica, sua moglie e suo figlio. «Secondo i primi elementi, la motivazione per questo gesto codardo sembra direttamente legata alla religione delle vittime», ha denunciato il Ministro dell’Interno, Gérard Collomb. Ancora traumatizzato dai colpi alla testa, Roger Pinto, 78 anni, presidente dell’associazione Siona «per la difesa del popolo ebraico e dello Stato di Israele», ed ex vicepresidente del Crif, ha solo una richiesta: «Questa cosa deve finire!» «Da Ilan Halimi, non si ferma!», si rammarica il suo avvocato MP Marc Bensimhon. C’è una sensazione di paura diffusa nella comunità ebraica francese che si sente in pericolo ». Nel gennaio 2006, questo giovane ebreo è stato torturato a morte dalla “Gang dei Barbari”, che pensavano che «gli ebrei fossero ricchi». Mentre la coppia in pensione vuole lasciare Livry-Gargan, Bensimhon dice di aver ricevuto «più di un centinaio di richieste da parte dei membri della comunità ebraica che si pone delle domande» “Abbiamo ancora il nostro posto in Francia? “» E’ venerdì all’alba quando i responsabili sono entrati di nascosto nella palazzina di due piani. «Prima hanno tagliato la corrente, dice Roger Pinto al Figaro. Mio figlio, David, è sceso in cantina per riattaccarla. E’ lì che lo hanno assalito e legato con fascette di plastica. Risvegliata, mia moglie è scesa, e mentre stavano imbavagliandolo, lei è riuscita a gridare. Quanto a me, prima ho ricevuto una manganellata in testa, poi mi hanno colpito, colpito, finché non ho perso conoscenza.» Gli aggressori, prosegue, sono «tre neri: due di circa vent’anni e quello che sembrava essere il loro capo, più anziano, il viso nascosto da una sciarpa». Solo questo «capo» si esprime, dando del tu alle sue vittime: «Dove nascondi i tuoi gioielli, i tuoi soldi?» chiede a Mireille Pinto. «Sappiamo che gli ebrei hanno un sacco di soldi», dice ancora. «Se non ci date quello che chiediamo, vi uccidiamo.»

«L’hanno calpestata»

Il calvario della famiglia dura «due ore e mezza». «La schiena di mia moglie è coperta di lividi», dice Pinto. L’hanno buttata per terra e poi l’hanno calpestata.» «C’è un grave trauma psicologico», continua Bensimhon. Hanno invocatoNon abbiamo soldi”, gli aggressori non si sono fermati.» Finalmente prendono la fuga, portando via tutti i gioielli di Mireille Pinto – stimati 150.000 euro -, «l’orologio di grande valore» e «l’anello ornato da un brillante» del marito, nonché le carte bancarie e denaro in contanti. «Hanno lasciato tutto a soqquadro, si lamenta il pensionato. E non mi si dica che sono degli squilibrati! Ah, i pazzi, basta! Questi erano perfettamente intelligenti e organizzati, hanno portato un grande sacco con i lacci, un cacciavite di 30 cm e un coltello, con cui ci hanno minacciato. Non si sono mai interpellati, per non far sì che ci si ricordasse dei loro nomi. Abbiamo davvero pensato che avremmo subito la stessa sorte di Sarah Halimi.» Lo scorso aprile, questa ebrea ortodossa di 65 anni è stata buttata giù dalla finestra dal suo vicino, al grido di «Allah Akbar». Quando il presunto assassino era stato accusato, la giustizia non l’aveva ritenuto un antisemita, indignando la comunità ebraica.