1 Gennaio 2018

Dichiarazione della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni in seguito a slogan antisemiti lanciati durante una manifestazione contro Israele promossa da organizzazioni islamiste

Fonte:

Moked.it

Autore:

Noemi Di Segni

“Slogan antisemiti nelle piazze, i controlli vanno rafforzati”

Proseguono i contatti tra la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e le massime istituzioni dello Stato riguardo ai gravi fatti avvenuti a Milano negli scorsi giorni, in occasione di una manifestazione di sostegno alla causa palestinese. Proprio per ribadire la necessità che le istituzioni esercitino i più severi controlli e per sollecitare le organizzazioni dell’Islam in Italia a prendere chiara posizione la Presidente UCEI, con l’occasione del Capodanno, ha rinnovato i suoi auguri al ministro dell’Interno Marco Minniti, al sindaco di Milano Giuseppe Sala, al prefetto Luciana Lamorgese e al questore Marcello Cardona e ha esteso il messaggio a tutte e dieci le organizzazioni firmatarie del Patto nazionale per un Islam italiano. Di seguito il testo del messaggio.

«Nell’esprimervi nuovamente gli auguri per il nuovo anno appena avviato, Vi scrivo per rappresentarvi la grave preoccupazione delle Comunità ebraiche tutte per i gravissimi slogan di odio anti-ebraico, espressi con convinte urla, con esplicito invito ed istigazione ad azioni violente e commissione di reati di odio, che hanno segnato la recente manifestazione di sostegno alla causa palestinese svoltasi a Milano lo scorso giovedì e il cui eco è proseguito negli ultimi giorni. In particolare il coro “Khaybar, Khaybar, o ebrei, l’armata di Maometto ritornerà”, cantato più volte dalla folla in un clima di surriscaldamento ed euforia, ben udibile e ben descritto negli scorsi giorni anche in alcuni organi di stampa.

Non è tollerabile che nelle piazze italiane risuonino impunemente queste parole e questi sanguinari inviti. Serve pertanto, da parte delle istituzioni, la massima fermezza possibile nella repressione di tali impulsi così come nella prevenzione consapevole, senza sottovalutare alcun intento e potenziale sviluppo. E inoltre, per il futuro, un controllo ancor più rigoroso affinché manifestazioni di questo genere, se portatrici anche solo potenzialmente di tali messaggi, non siano più autorizzate e prevedano in ogni modo, anche laddove sembrano promosse in nome della libertà di espressione e di manifestazione, la scrupolosa verifica di organizzatori e partecipanti. Nel ribadire la nostra profonda gratitudine alle forze dell’ordine per quanto viene fatto ogni giorno per garantire la sicurezza di tutta la cittadinanza, ribadiamo anche l’appello ad una più rigorosa consapevolezza. Se le leggi esistono ha senso che siano applicate con fermezza.

Ci attendiamo, o meglio ci attendevamo, che i primi ad esprimere il loro forte disdegno e disaccordo, con forte richiamo ai valori del pluralismo e della convivenza, fossero tutte le associazioni musulmane sedute oggi intorno al tavolo formalmente costituito presso il Ministero degli interni, e firmando un preciso patto per un Islam italiano. I valori della nostra Costituzione, affermati con la firma che avveniva esattamente settant’anni fa, devono avere un significato ben preciso anche oggi, sulle bocche, nelle menti e nei cuori di ogni cittadino o residente che desidera vivere e soggiornare in questo Paese.

Vi segnalo che proprio questo tema, l’antisemitismo, i reati di odio e le corresponsabilità delle istituzioni, sarà oggetto di una conferenza internazionale promossa dal Ministero degli Affari Esteri, con la collaborazione di UCEI e CDEC, per il giorno 29 gennaio, alla Farnesina, dal primo gennaio alla guida dell’OSCE. Sarà questo un momento di approfondimento e confronto importante, spero anche con la presenza dei leader islamici, nel quale ribadire ancora una volta con convinzione che il passato non dovrà mai più ripetersi e che nessuna forma ed escalation di odio e antisemitismo, che sia di matrice islamica, di tramandata chiesa, neo fascista, anti israeliana o di altre nostalgiche o subdole forme, può essere tollerata.

Le nostre vite quotidiane, nello studio e nel lavoro, e il nostro contributo alla vita sociale e istituzionale del paese proseguirà con ancor più convinzione, affermando la vita, la nostra cultura e la nostra cultura di vita.»

Noemi Di Segni, Presidente UCEI