16 Marzo 2016

Cyber Jihad

Fonte:

Il Fatto Quotidiano

Autore:

Davide Milosa

I partigiani della Guerra santa sul web

Jihad hacking team Si moltiplicano gli attacchi ai siti istituzionali del nostro Paese da parte degli esperti dell’Isis 

Non solo sul campo di battaglia, il jihad si combatte anche in Rete. E questa volta nel mirino dei mujaheddin del web è finito il sito della biblioteca ebraica di Venezia. Per ore la home page ufficiale è stata sostituita con questo messaggio piuttosto esplicito. “Perché ci attaccano? Voi che vi definite anti-terroristi avete creato il terrorismo e occupate il nostro paese per rubare la nostra ricchezza”. A firmare l’intrusione telematica un gruppo di hacker filo-jihadisti che si firmano con la sigla Tunisian Fallaga Team, nome già noto agli esperti dell’anti-terrorismo italiano. Il collettivo “per la cyber resistenza” tunisina nei mesi scorsi ha bucato il sito dell’aeroporto di Perugia e di altri portali istituzionali nella provincia di Genova oltre a un centro enogastronomico di Forlì. La parola Fallaga significa partigiano ed era il nome dato ai partecipanti alla resistenza anticoloniale algerina contro la Francia.

IL GRUPPO da sempre denuncia “il terrorismo dei sionisti contro i musulmani in Palestina, delle forze russe in Siria, di quelle americane in Afghanistan. Perché l’Islam è la vera religione (..). Difenderò la mia patria, i miei fratelli e le mie sorelle fino alla morte e non mi interessa se mi chiamerai terrorista”. Sul caso Venezia da due giorni stanno indagando la Digos e i carabinieri del Ros. 1l dato che preoccupa gli investigatori è il collegamento diretto del Fallaga team al cyber-direttivo di Daesh. Nel 2015, infatti, dopo migliaia di attacchi a siti francesi, gli investigatori tunisini arrestano sei persone. Da quell’inchiesta emerge il collegamento diretto del collettivo con il tunisino Majdi, ritenuto dall’intelligence internazionale il regista dell’intera propaganda dell’Islamic State su internet. Su Majdi hanno lavorato gli hacker di Anonymous che nel febbraio del 2015 comunicano all’Interpol i dati personali dell’uomo del Califfato, il cui account twitter è bad_shark 1 (squalo cattivo). Attualmente Majdi si trova in carcere dopo il blitz dello scorso anno. Questo, però, ragionano gli investigatori, non ha rallentato la propaganda di Daesh sul web. La palla sarebbe passata proprio al Fallaga Team che durante la sua attività è riuscito ad hackerare oltre 20 mila siti in tutta Europa.

NEL MIRINO della cyber jiahd ci sono siti istituzionali. 114 ottobre 2015, nel giorno del ricordo di San Francesco con migliaia di pellegrini in arrivo ad Assisi da tutto il mondo, il collettivo pro-Is ha hackerato il sito dell’aeroporto di Perugia. Un segnale chiaro. Che si è ripetuto due giorni fa con la biblioteca ebraica. Un caso sul quale ora indaga la procura di Venezia.