13 Settembre 2017

Commento della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni al voto favorevole della Camera in merito alla proposta di legge Fiano su apologia e propaganda dal fascismo

Fonte:

Moked.it

Autore:

Noemi Di Segni

“Propaganda fascista sia reato,

una legge attuale e necessaria”

La Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha così commentato il voto favorevole della Camera in merito alla proposta di legge Fiano su apologia e propaganda dal fascismo votata nel tardo pomeriggio di ieri: “Accogliamo con grande soddisfazione il via libera della Camera dei deputati alla proposta di legge Fiano sull’apologia e propaganda del fascismo. Un atto necessario, che va a rafforzare il quadro normativo e la qualificazione dei reati già previsti, auspicando che queste norme siano efficacemente applicate ai ripetuti episodi che si manifestano e che con preoccupazione ormai aumentano e aggravandosi sono sempre più sistemici. È un bene che le istituzioni intervengano con questa fermezza e incisività. La speranza è che il Senato possa accogliere questa proposta nei tempi più brevi”. Aggiunge la Presidente UCEI: “La legge non è un regalo agli ebrei italiani, ma una tutela per l’Italia nel suo insieme e per la sua popolazione intera, per non dimenticare quanto accadeva 80 anni fa e per mantenere solide le sue fondamenta antifasciste e democratiche”.

Duecentosessantauno i voti a favore, a fronte di 122 contrari e 15 astenuti. Favorevoli Pd, Area popolare, Mdp, Sinistra italiana, Civici e innovatori e Ds-Cd, mentre contro si sono espressi Forza Italia, Movimento Cinque Stelle, Lega, verdiniani e Fratelli d’Italia.

Sottolinea il parlamentare democratico Emanuele Fiano, primo firmatario della proposta di legge (che passerà adesso al Senato): “È nostro compito combattere l’ideologia nazifascista, la carica di violenza razzista e di odio che essa comporta. Di quelle idee non si può fare apologia o propaganda, questa è il concetto che sta alla base della nuova norma”. Perché l’antifascismo, come ha ricordato ieri nell’aula prima del voto, “è la cifra di chi difende la libertà”.