29 Dicembre 2013

Banalizzazione della Shoah a Bologna

Fonte:

Il Resto del Carlino – edizione di Bologna

Autore:

Simone Arminio

Choc: stella di David sul negozio

Calzolaio di via Duse: «Noi maltrattati come gli ebrei nel 1940»

«Noi artigiani, maltrattati come i negozianti ebrei durante il nazifascismo»

La clamorosa protesta del calzolaio di via Duse

HA SCELTO una protesta choc Maurizio Montevecchi, 58 anni, calzolaio di via Eleonora Duse: fuori dalla porta del suo negozio ha esposto una stella di David e un cartello in cui paragona gli artigiani a partita Iva ai negozianti ebrei durante il nazifascismo. Interrogato sulle motivazioni, espone le sue ragioni: «Nel giro di un mese ho subito un furto che resterà impunito e tre contestazioni assurde da parte della Guardia di finanza. Così mi sono convinto del fatto che, oggi, chiunque possa entrare nel negozio di un artigiano che in silenzio fatica per arrivare a fine mese, dettare legge e disporre di ciò che vuole. A noi tocca stare zitti, proprio come i commercianti ebrei nel 1940».

IL PARAGONE, a occhio, non regge. Eppure i fatti, nella versione di Montevecchi, sono lampanti. «Soprassiedo sul furto — dice —. Erano migliaia di euro, l’incasso di 15 giorni, che avrei versato in banca di li a breve. Un agente di polizia penitenziaria ha visto il ladro uscire dal negozio e ‘ha riconosciuto senza ombra di dubbio. E il fratello di un detenuto: lo vede passare spesso alla Dozza. Identità confermata dalle molte telecamere dei negozi di via Duse. I carabinieri indagano, ma mi hanno anticipato che anche se lo avessi colto sul fatto, difficilmente sarebbe rimasto in carcere».

QUALCHE settimana dopo, poi, si ci è messa la Finanza. «Si sono presentati in due — spiega l’artigiano —, hanno gentilmente chiesto tutta la contabilità e io gliel’ho fornita. Era tutto in regola, dal primo all’ultimo scontrino. Eccetto che per una debole musica proveniente dalla radio che ho nel retrobottega. La uso mentre lavoro, ho detto io. La sentono anche i clienti’, hanno sostenuto loro. E mi hanno multato per non aver pagato le relative tasse. Dopodiché sono andati nel retro a controllare. C’era un signore di 86 anni che abita qui vicino e che viene ogni tanto a farmi compagnia». Secondo i finanzieri è un dipendente in nero, secondo Montevecchi un semplice amico che ogni tanto gli dà una mano: «E’ un ex calzolaio, chiaro che, mentre parliamo, di tanto in tanto prende una scarpa e la lucida». Tant’è: se ne riparlerà a febbraio, e all’orizzonte c’è una sanzione di diverse migliaia di euro. Da qui la delusione di Montevecchi, con relativa protesta: «Facevo l’agente di commercio, ho smesso perché non mi permetteva più di campare e perché cercavo un lavoro più semplice, e con più etica. Ma con queste leggi a noi commercianti tocca solo stare zitti, sudare e subire».