25 Maggio 2014

Attentato antisemita a Bruxelles

Fonte:

La Stampa

Autore:

Marco Zatterin

Bruxelles, strage al museo ebraico

Spari sui visitatori: tre morti e un ferito. Fermato un sospetto. La condanna di Napolitano

La festa è imita poco prima delle quattro. Un uomo è entrato nel Museo ebraico di Bruxelles, in Rue des Minimes, a due passi dal Sablon, il cuore del sabato bruxellese, la piazza dei caffè, della cioccolata e del festival jazz. Ha sparato a caso, due volte, poi ancora ed è scappato, lasciando quattro corpi innocenti al suolo.

Quando è arrivata la polizia, la città si era già arresa allo choc. «Sono venuti per seminare il terrore», ha ammesso severo il sindaco di Bruxelles, Yvan Mayeur. Parecchie ore più tardi, la procura stava alla larga dalle attribuzioni, ma l’intreccio del circostanze appariva evidente ai più. «Un luogo simbolico», faceva notare il primo cittadino di Bruxelles, per richiamare l’attenzione su un antisemitismo che nella capitale belga comincia a spuntare sempre più frequentemente. È un attacco i cui effetti sono amplificati dalla violenza dell’azione e dalla coincidenza con il grande Election day belga. Oggi si vota per Camera, amministrazioni locali ed Europa. Gli inquirenti non sono persuasi che la scelta del giorno sia causale.

Uno dei primi ad arrivare sul luogo dell’attentato è stato il ministero degli Esteri, Didier Reynders. Rue des Minimes è una via stretta, la circolazione è difficile. E’ costellata di antiquari dai prezzi favolosi quanto i loro oggetti. Case nobili e qualche bar. II leader dei liberali belgi se ne stava al Caffè Saint Michel, al Sablon, con la moglie e senza scorta. «Qualcuno ha sentito gli spari e mi ha avvertito, non erano ancora le quattro – ha raccontato poco dopo -. Sono arrivato davanti al Museo ebraico. C’erano due corpi nell’ingresso carrabile e altri due dentro, dove si accede al museo. Avevano delle borse, potevano essere turisti. Non sono medico, ma ho capito che non c’era niente da fare».

II Museo ebraico del Belgio è un importante luogo della memoria. Da oltre vent’anni è al numero 21 della Minimes, conserva migliaia di oggetti e volumi, ed è uno dei luoghi più visitati della capitale. La comunità israelitica non è numerosa in città, ma supera le cinquantamila unità ad Anversa, uno dei principali centri per la lavorazione dei diamanti. Ieri pomeriggio, complice la bella giornata, l’edificio era piuttosto affollato. Chi ha colpito, sapeva cosa faceva.

Una ricostruzione precisa dei fatti si avrà solo questa mattina. La più credibile parla di un’Audi nera parcheggiato in seconda fila e di un uomo che scende con una borsa. «Dentro c’erano delle armi», riferisce Reynders. Ha aperto il fuoco, più volte. Ha sparato alto. «Al viso e alla zona della gola», preciserà in serata la Procura bruxellese. Ha colpito due uomini e due donne, forse stranieri. Tre sono spirati all’istante. Un uomo «lotta fra la vita e la morte», assicurava la fonte giudiziaria, anche se i giornali belgi hanno già portato il conto dei morti a quattro.

La polizia ha fermato il proprietario dell’Audi «senza però stabilire un legame con l’attentato». Una seconda pista riguarda «due figure fuggite a piedi». La Minimes pullula di telecamere, gli inquirenti sono sperano di avere informazioni più adeguate presto. Il ministro dell’Interno, Joëlle Milquet, ha annunciato «un livello di massima allerta» per sicurezza nel Paese.

Erano oltre trent’anni che in Belgio non si verificava un episodio così grave di attacco a un luogo di cultura ebraica, eppure la gente ebraica denuncia da tempo una nuova ondata di intimidazioni, di attacchi alle persone e alla sinagoghe. Ai primi di maggio la polizia ha vietato un raduno antisemita organizzato dal comico francese Dieudonne M’Bala M’Bala. Philippe Markiewicz, capo della Comunità israelitica, non ha dubbi: «E’ un attacco antisemita». Come a Tolosa nel 2012, così il premier di Rupo esprime condanna e promette di trovare i colpevoli. Tutta l’Europa democratica si stringe al suo fianco, messaggi di solidarietà arrivano anche dal presidente Napolitano e dal capo del governo Renzi: «Inaccettabile che una simile barbarie avvenga nel cuore dell’Europa in una fase così delicata per il progetto comune». Bruxelles trema e con lei tutto il Paese. Oggi si vota per il futuro. Ma il passato più terribile non sembra voler smettere di inquinare la storia.