7 Settembre 2012

Associazione per delinquere capi di Militia verso il processo

Fonte:

Il Messaggero edizione di Roma

Autore:

Valentina Errante

Ipotizzavano attentati contro il presidente della comunità ebraica

Il progetto era «una guerra rivoluzionaria» contro i nemici di sempre, gli ebrei. E poi i romeni e le istituzioni. Volevano colpire, i «camerati» di Militia, aggregare altri movimenti di estrema destra, da «Socialismo nazionale» al «Comitato Fare lavoro», e avevano anche individuato un obiettivo: Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma, contro il quale «volevano ricorrere alla violenza e impiegare ordigni esplosivi». Per questo cercavano alleanze anche con altri gruppi come «Avanguardia Lazio» attraverso il suo leader, Paolo Arciv ieri. Il 14 novembre Stefano Schiavulli, Maurizio Boccacci, Giuseppe Pieristè, Massimiliano De Simone, Daniele Gambetti, Alessandro Dessi e Giovanni Ricotta Barbati, tutti del movimento neofascista, dovranno presentarsi davanti al gip. Per loro il pm Luca Tescaroli chiede il processo perassociazione a delinquere fmalizzata alla costituzione di Militia e «al concreto progetto di creare una macrostruttura capace di aggregare altri movimenti e gruppi caratterizzati da un’affine ideologia di destra radicale proiettata a raggiungere fmalità antidemocratiche, svolgendo continuativa propaganda razzista e incitamento alla discriminazione razziale». E alla sbarra, per fatti avvenuti tra il 2009 e il 2011, potrebbero fmire anche Valerio Moda, Giuseppe Tetti e Andrea Cessari. Sono 34 i capi di imputazione, con accuse che vanno dall’apologia del fascismo, alla diffusione di idee fondate sull’odio razziale ed etnico. E poi una per una la contestazioni per tutti gli slogan che hanno imbrattato i muri di Roma: «L’olocausto è la più grande menzogna della Storia! Ahmadinejad presidente dell’Iran militia», «Alemanno infame escremento sionista», «Gli ebrei, la vergogna dell’umanità», «Alemanno-Pacifici: Roma Auschwitz solo andata». «Pacifici porco judeo», «Schifani l’ebreo sarai te!». Per la propaganda era stato realizzato anche un periodico: «Insurrezione». Agli atti le intercettazioni: Schiavulli dice a Boccacci: «Gli ebrei hanno paura». Parti lese nel procedimento, Riccardo Pacifici, il sindaco di Roma Alemanno, il presidente del Senato, Schifani e quello della Camera, Fini. Ma anche Dario Sanchez, militante della sinistra giovanile, rapinato da Schiavulli nel luglio 2009. Tra le contestazioni a Schiavulli e Tetti, anche quella di procurato allarme, per la scatola lasciata sulla scalinata del Campidoglio il 2 agosto del 2009. Su un lato un orologio in polistirolo che indicava le 10,25 e la scritta: «2 agosto 1980/2009 la strage non è fascista! E di Stato». Poco prima, una telefonata al Messaggero aveva annunciato una bomba.