10 Ottobre 2017

Al Senato discussione su una legge UE per la lotta contro espressioni di razzismo e xenofobia

Fonte:

Moked.it

Negazionismo e crimini di odio

In Senato la legge chiesta dall’Ue

Tra i vari punti all’ordine del giorno dell’odierna seduta pomeridiana del Senato, l’aula sarà chiamata ad esprimersi (riaprendo un confronto già avviato la scorsa settimana) sulla legge comunitaria A.S 2886 nell’ambito della quale sono inserite le disposizioni per la completa attuazione di una precedente decisione quadro del 2008 sulla lotta contro espressioni di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale. Tra queste un’integrazione al testo della cosiddetta Legge Mancino con le parole previste nella stessa decisione comunitaria “sulla minimizzazione in modo grave o sull’apologia” già passata alla Camera dei deputati nel recente passato. Qualora le modifiche fossero approvate si approverebbe la pena della reclusione da due a sei anni in caso di propaganda, istigazione e incitamento commessi in modo che derivi concreto pericolo di diffusione e fondati “in tutto o in parte sulla negazione, sulla minimizzazione in modo grave o sull’apologia della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra”.

In un messaggio inviato nelle scorse ore ai capigruppo dei diversi schieramenti politici rappresentati a Palazzo Madama, la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha parlato di un via libera a tale integrazione come di “un atto dovuto”. E non solo per evitare all’Italia la procedura di infrazione per un’incompleta attuazione di un atto comunitario approvato all’unanimità ormai da diversi anni “e già ampiamente ponderato per tutto quanto concerne gli aspetti connessi al principio di legalità con l’introduzione di un’aggravante nel nostro diritto penale che troverebbe applicazione assieme ad altri ben definiti criteri”. Ma anche perché andrebbe ad inserirsi in tempi particolarmente complessi da questo punto di vista, che vedono il passato appena remoto “divenire nuovamente presente” e nel quale i quotidiani “si sostituiscono ai libri di storia nel narrare episodi di violenza e odio”.

Scrive la Presidente UCEI nel suo messaggio ai capigruppo: “Sono certa che vorrete contribuire con il vostro concreto impegno e competenza, facendo sentire il vostro senso di responsabilità. L’auspicio, al termine della votazione, è di poter esplicitare, da orgogliosi cittadini, il nostro rinnovato riconoscimento per quanto fatto dall’Italia a dai suoi rappresentanti in Parlamento, pronta ancora una volta ad affermare con risolutezza libertà e diritti fondamentali”.