1 Settembre 2009

Allarme antisemitismo in Gran Bretagna

Nei primi sei mesi del 2009, il numero di incidenti di natura antisemita è stato il più alto in assoluto dal 1984.

Il Commento di Emanuele Ottolenghi

A metà luglio, quando tutti in Europa si apprestavano ad andare in ferie, l’organizzazione ebraica inglese CST, responsabile per la sicurezza delle istituzioni comunitarie in Gran Bretagna, ha pubblicato un rapporto sull’antisemitismo in quel paese. Di solito, il CST lo pubblica a gennaio, una volta all’anno, per riportare e analizzare il fenomeno durante l’anno precedente. ma quest’anno ha deciso di pubblicare un rapporto interim dopo solo sei mesi, che documenta la situazione da gennaio a giugno.
Il motivo? In sei mesi, nel 2009, il numero di incidenti di natura antisemita in Gran Bretagna è più alto non solo dell’intero anno precedente, ma il più alto in assoluto sin dal 1984, anno in cui il CST cominciò a misurare il fenomeno. La causa di questo vertiginoso aumento è, in parte almeno, la campagna di calunnie contro Israele avvenuta in coincidenza con l’Operazione Piombo Fuso a Gaza del gennaio scorso. Ma va subito aggiunto che durante i mesi successivi – e certamente da metà luglio – poco è successo per giustificare l’aumento di incidenti antisemiti. La questione mediorientale, almeno nelle sue manifestazioni più patologiche e cruente, non fa notizia da mesi.
Perché allora tanto livore contro gli ebrei? In Gran Bretagna, si potrebbero notare gli incessanti articoli su certa stampa di sinistra che dipingono Israele in tinte fosche continuando in maniera martellante il paragone tra Israele e l’apartheid (o alternativamente con il nazismo). la recente pubblicazione su un giornale svedese di una versione moderna dell’accusa del sangue è un altro esempio di questo fenomeno. Per i lettori che, forse in spiaggia, si sono persi la querelle di fine agosto, ricordiamo che il quotidiano svedese Aftonbladet, uno tra i più letti in Svezia, ha pubblicato, nelle pagine della cultura, un articolo firmato da un suo giornalista, Donald Bostrom, che insinuava che l’esercito israeliano potrebbe essere coinvolto in un traffico di organi estratti dai cadaveri di palestinesi uccisi. L’articolo non offre nessuna prova documentata e corroborata naturalmente, solo illazioni, correlazioni spurie o presunte ma non dimostrate e adduce alle autorità israeliane la piena conoscenza e complicità in traffici d’organi provenienti da altri paesi pur senza citare nessuna fonte.
Due parole sulla storia, sulle sue origini e sull’identità dell’autore. l’accusa di espiantare organi non è nuova: la fece lo stesso Bostrom in un libro pubblicato nel 2001, dal titolo Inshallah (da non confondersi con l’omonimo di Oriana Fallaci). ma in Medio Oriente tale accusa ha avuto ben più popolare diffusione grazie a una serie televisiva iraniana in cui i ‘sionisti’ venivano accusati di rapire orfani e trovatelli in giro per il mondo per poi tenerli su una nave ‘bianca’ dove venivano cresciuti con le migliori cure mediche al fine di provvedere organi per trapianti ai leader israeliani; e grazie al film turco, La Valle dei Lupi (2006), dove un simile sordido traffico in Iraq gode dell’attiva complicità di un medico ebreo americano. Della questione si è tanto detto e scritto e non vorremmo aggiungere molto – si tratta di un articolo scritto in spregio dei più elementari criteri professionali del giornalismo investigativo; è un articolo che riproduce l’accusa del sangue in versione ventunesimo secolo; e solo un autore schierato, la cui dedizione alla causa palestinese è più importante della deontologia professionale e dell’onestà intellettuale, poteva scriverlo sapendo di vederlo pubblicato acriticamente da una testata di simile persuasione politica. Vogliamo dire poco anche della querelle diplomatica scatenatasi di conseguenza – non siamo ferventi fautori del boicottaggio dei prodotti svedesi perché il boicottaggio non è uno strumento che vediamo di buon occhio se non in casi estremi; non crediamo sia una buona idea sbatter la porta in faccia ai governanti svedesi quando giungono in visita in Israele, specie adesso che la Svezia ha la presidenza dell’Unione Europea. Meglio invece spiegare loro che la diplomazia israeliana non intende discutere altro che il problema dell’antisemitismo in Svezia e in Europa – si posson scordare di insediamenti, Gerusalemme, Gaza, aiuti umanitari ai palestinesi, posti di blocco e quant’altro, fino a che questa importante discussione non avrà avuto esiti soddisfacenti. Ma il punto qui è un altro – il che spiega il legame tra antisemitismo in Inghilterra e accusa del sangue in Svezia. Il punto è che tali crisi esplodono anche quando non accade nulla di particolarmente truculento nel conflitto mediorientale da spiegare (che è diverso dal giustificare, naturalmente) l’accanimento contro gli ebrei in Europa.
E’ un dato di fatto che quando il conflitto fa notizia con morti e feriti aumentano gli episodi di antisemitismo in Europa. Ma come mai essi aumentano quando non succede nulla di ‘newsworthy’, cioè di storie meritorie di far notizia? Il perché ce lo offre la storia dell’Aftonbladet – e la litania di articoli antisraeliani che hanno affollato le pagine della stampa liberal inglese nei mesi estivi. Giornalisti e commentatori schierati, animati più dall’odio per Israele che dalla sete di riportare fatti ed eventi verificabili in maniera onesta, imparziale e accurata, creano notizie, senza scrupoli, e senza alcun rispetto per le più elementari regole della professione, per mantenere vivi l’ostilità e l’odio del pubblico dei loro lettori nei confronti d’Israele, anche quando non esistono né ragioni né pretesto per scrivere d’Israele. Ecco, dunque, l’anno 2009, che chiude la prima decade del secolo ventunesimo, è un anno che ci ha regalato una nuova accusa del sangue, la legittimazione strisciante del paragone tra Israele e i nazisti, e un nuovo, virulento e crescente antisemitismo nel cuore dell’Europa democratica, prospera e pacifica. viste le statistiche e la crescente disinvoltura di testate ‘rispettabili’ a pubblicare tali volgari calunnie senza scrupolo di verifica, non ci sembra di poter ritenere che il 2010 sarà molto meglio.
Per scaricare il rapporto curato dal CST: ‘Antisemitic Incidents January – June 2009’ clicca sul link sottostante.